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lunedì 24 giugno 2013

LETTAME


Tutti in attesa del pronunciamento dei giudici di Milano sul caso Ruby. Silvio Berlusconi rischia una nuova condanna, stavolta per concussione e induzione alla prostituzione minorile dopo quella, già arrivata al secondo grado di giudizio, per evasione fiscale. Nei giorni scorsi la Corte Costituzionale aveva respinto il ricorso sulla non concessione del legittimo impedimento sempre nell’ambito del processo in corso. Berlusconi stesso ha assicurato che le sue sempre più intricate e pesanti vicende giudiziarie non provocheranno fibrillazioni al governo Letta. Nessuno, naturalmente, ci ha creduto.
Già, il governo Letta. Che cosa ha fatto finora questo esecutivo nato grazie a un patto scellerato tra destra e sinistra?
Se l’ultimo governo Berlusconi si era caratterizzato come l’esecutivo degli annunci e delle promesse non mantenute, quello attuale, guidato dall’esponente del Partito Democratico, si è contraddistinto come quello dei rinvii.
In merito si è deciso riguardo all’IMU. Si temporeggia sul rifinanziamento della Cassa Integrazione, è stata rimandata ogni risoluzione per ciò che concerne la questione degli esodati. Negli ultimi giorni è diventato di stretta attualità il problema dell’aumento dell’aliquota IVA (deciso proprio dal governo Berlusconi) che si sta tentando, in maniera alquanto affannosa, di evitare. O di differire.
Una cosa soltanto è ben chiara a tutti: non ci sono risorse per coprire questi costosi provvedimenti.
Tuttavia pure altre faccende a costo zero sono state accantonate, procrastinate a chissà quando, come ad esempio la riforma della legge elettorale, che fino a poco tempo fa sembrava urgente. Ora non più.
La verità è che Enrico Letta è ostaggio del centro-destra, degli umori e delle necessità di Berlusconi e dei suoi accoliti. Dei falchi e delle (finte) colombe del PDL. Si passa, giorno dopo giorno, dagli starnazzamenti di Santanché e Biancofiore agli strepiti di Brunetta, alle uscite sconsiderate di Gasparri. E così via. Tutto ciò avviene senza che il Partito Democratico riesca a far sentire la sua voce, a dettare una sua linea politica che vada al di là della semplice sopravvivenza. E, ciliegina sulla torta, con un Angelino Alfano, vice-presidente del Consiglio nonché ministro degli Interni che, in ossequio al suo padrone, lancia di continuo ultimatum al governo, vale a dire a se stesso.
Il governo Letta, finora, ha partorito soltanto il famigerato decretone “del fare”. Decine e decine di minuscoli provvedimenti, alcuni tra i quali del tutto incomprensibile e difficilmente attuabili, che non riusciranno neppure in minima parte ad affrontare e tantomeno a risolvere i gravissimi problemi che assillano il nostro Paese. E il Presidente Napolitano, costernato, rassegnato e quasi pentito per aver indotto e condiviso un percorso che non porta a nulla, tace.
Bisogna al più presto azzerare tutto, e ricominciare da capo per l’ennesima volta. Potrebbe essere davvero l’ultima.


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