Alla fine hanno perso
tutti. Oppure hanno vinto quasi tutti?
Il Partito Democratico
ha perso, non c’è dubbio. Il povero Bersani ha preso una botta dalla quale
difficilmente si riprenderà. Era il favorito, eppure non ha vinto. Ma non ha
perso del tutto, dal momento che la coalizione da lui guidata ha conquistato
alla Camera il premio di maggioranza (regalo del Porcellum). Tuttavia al Senato
ha perso. Il centro-sinistra ha ottenuto il maggior numero di senatori rispetto
alle altre forze, ma non la maggioranza assoluta, e senza quella non si governa.
Neppure se ci aggiungi i centristi.
I centristi significa
Monti. E Monti ha perso, non c’è dubbio. È salito in campo, ha condotto una
campagna elettorale scriteriata e sconcertante, attaccando tutto e tutti, si è
scrollato di dosso la proverbiale flemma (smarrendo nel contempo autorevolezza
e ruolo terzo) e alla fine ha ottenuto molto meno di quanto sperasse. Non potrà
essere l’ago della bilancia, come auspicava. Comunque un po’ ha vinto, visto
che il suo era un partito costruito in tutta fretta appena un mese prima delle
elezioni. E qualche voto lo ha preso, a differenza dei due compari di avventura
(di sventura?), Casini e Fini, i cui partiti si sono sbriciolati. Casini però
ha vinto, perché lui e qualcuno dei suoi sono stati ripescati (quali migliori
perdenti…). Fini invece no, lui ha proprio perso . E di brutto. Niente più
scranno rosso per le sue terga, ma soltanto la pensione. Andare in pensione, al
giorno d’oggi, può in ogni modo essere ritenuta una vera fortuna. Che un
pochino abbia vinto pure lui, il traditore?
Grillo con il suo (di
proprietà) Movimento Cinque Stelle non solo ha vinto, ma ha trionfato. Non c’è
alcun dubbio. Tuttavia una forza politica che ottiene una tale affermazione ha
l’obbligo di candidarsi a governare, altrimenti che ci sta a fare? Deve
assumersi delle precise e serie responsabilità. Non pare sia questa la linea
del comico, forse sorpreso lui stesso dall’entità del successo e di conseguenza
apparso un po’ confuso. Che fare? Boh! Meglio non fare nulla e aspettare,
chissà… Se continua così, sarà come aver perso.
E Berlusconi? Ha perso,
senza il minimo dubbio. Rispetto alle precedenti consultazioni ha lasciato sul
terreno sei milioni di voti. Un autentico disastro. Il suo alleato storico, la
Lega, ha dimezzato la sua forza (anche se ha vinto, avendo ottenuto il governo
della Lombardia). Eppure persino il vecchio Berlusconi in fondo ha vinto poiché,
attraverso le sue solite ingannevoli promesse, ha raggiunto il suo obiettivo, l’unico
possibile: rendere ingovernabile il Paese che ama…
Invece hanno perso,
senza appello, il misero Ingroia, il leader pallido, il rivoluzionario dal tono
stanco e dimesso e ancora di più il compagno di cordata Di Pietro (nonché comunisti
e verdi). Sono rimasti tutti fuori dal Palazzo, allo stesso modo del tapino
Giannino, l’uomo dai millantati (e inesistenti) titoli accademici.
Ultima amara
considerazione: gli elettori ingenui, sprovveduti, stupidi, ottusi, gonzi,
imbecilli e mentecatti non sono più il trenta/quaranta per cento del totale, ma
sono diventati maggioranza assoluta nel Paese. Sarebbe a dire che stavolta siamo
davvero fottuti.
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