Nella giornata di ieri
due fulmini si sono abbattuti su Piazza S. Pietro. Uno reale, l’altro
metaforico. Ed è quello simbolico che ha suscitato più stupore, tanto che il
cardinale Sodano, del tutto preso alla sprovvista dall’incredibile evento,
profondamente turbato e sconvolto, lo ha definito in maniera del tutto
impropria risuonante.
Il Papa aveva appena
annunciato le sue prossime dimissioni. Una rinuncia, apparsa sofferta e
dolorosa, motivata dall’eccessivo peso dell’incarico, dalla consapevolezza di
un’età ormai avanzata, dal venire meno delle forze necessarie per una tale
gravosa incombenza. Le vere ragioni del gran rifiuto potrebbero anche essere
altre, una tra tutte la malattia, per esempio.
Ciò che veramente
importa sono tuttavia le conseguenze di questa inaspettata decisione. La Chiesa
di Roma è senza una guida, in un momento difficile, come difficili sono stati
gli ultimi anni, tra scandali in parte denunciati e in parte soffocati, e
infiniti scontri di potere nei palazzi vaticani.
E quindi Ratzinger ha
detto basta. Non ritiene di avere più le energie, mentali e soprattutto
fisiche, per contrastare queste spinte che, inevitabilmente, causano disgregazione
nella millenaria istituzione e suscitano perplessità e disorientamento tra i
fedeli.
Il Papa dunque si
ritira. Si dedicherà alla preghiera, alla meditazione, alla passione per gli
studi teologici e per la scrittura. Al pianoforte. Dovrà forse curare il suo corpo
malato, oppure soltanto stremato.
A breve ci sarà il
nuovo Conclave. Uno Spirito Santo un po’ incredulo, magari pure un po’
irritato, dovrà di nuovo scomodarsi per illuminare i cardinali chiamati a
scegliere il successore di Pietro.
Il vecchio Papa, quello
dimissionario, sarà presto dimenticato. Da ieri, di lui si parla come se fosse
morto. Tra pochi giorni i riflettori di tutto il mondo saranno indirizzati sui
candidati alla sua sostituzione. Si invocherà, come sempre avvenuto in queste
occasioni, l’avvento di un Papa nero, rosso o giallo. Oppure - perché no? - addirittura
verde. Come se questa potesse essere la soluzione a tutti i mali della Chiesa.
Colpe e limiti che, invece, continueranno a persistere.
A meno che si avveri l’antico
vaticinio del profeta Malachia. Dopo il Papa della rinuncia ci sarà soltanto un
altro Papa, l’ultimo, che lui chiama Petrus
Romanus.
L’ultimo prima di che
cosa?
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