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mercoledì 13 luglio 2011

VACANZA DA SOGNO



Aveva trascorso giorni interi chino sul computer e poi nelle agenzie di viaggio, e alla fine l’aveva trovata: la grande offerta, l’offerta irripetibile. Certo, si trattava di una proposta un po’ singolare, di sicuro non attraente per tutti, ma per lui era comunque il massimo. Lui badava a una cosa soltanto, il prezzo, che doveva essere assolutamente irrisorio, e quell’offerta soddisfaceva in pieno tale fondamentale requisito. Rimaneva un ultimo importante problema. Le risorse a disposizione avrebbero permesso a una sola persona della sua famiglia di andare in vacanza, e la scelta si presentava ardua. Tuttavia, i suoi familiari erano stati irremovibili: toccava a lui, che per tutto l’anno aveva lavorato duramente, aveva fornito loro i mezzi di sussistenza, si era spremuto quotidianamente. Non c’erano state discussioni: tutti erano stati concordi nel ritenere che il meritato periodo di riposo toccasse proprio a lui. Dopo alcune iniziali ritrosie, aveva accettato, e i suoi cari ne erano stati ben felici. E adesso il giorno della partenza era finalmente arrivato.
Si alzò presto, fuori era ancora buio. Con la sua piccola borsa tra le mani saltò sul primo bus della giornata, poi prese il treno per l’aeroporto. Alle sette era già sul velivolo, pronto, con la cintura allacciata. Due ore di volo, non di più, e già era arrivato nell’isola, quell’isola che da sempre aveva desiderato vedere. Uscito dal terminal, si guardò attorno, spaesato, poi riuscì a individuare la navetta che conduceva verso gli alberghi e, soprattutto, verso le spiagge di sabbia dorata, la sua vera meta. Alle dieci era già in hotel. Sulla sistemazione non aveva badato a spese. L’edificio era sontuoso, posto a pochi passi dal mare. Uno stupendo giardino, con grandi fontane, la piscina, ed enormi palme dappertutto. La camera era spaziosa, arredata con gusto, dotata di tutte le comodità immaginabili. Al suo interno, però, non vi rimase a lungo. Indossò in tutta fretta il costume e raggiunse la spiaggia. Si godette il sole brillante, si rotolò entusiasta sulla rena che si scaldava sempre di più e, alla fine, si gettò in acqua, in quell’acqua trasparente come il cristallo. Nuotò, si immerse, rimase immobile sulla superficie e solo dopo molto tempo uscì dal mare. Si stese al sole ad asciugare, contento come non mai. Tuttavia il tempo passava in fretta, si avvicinava l’ora del pranzo. Raccolse l’asciugamano e, seppure a malincuore, ritornò in albergo. Una rapida doccia e poi si precipitò nella sala da pranzo. Rimase incantato. C’erano lunghi tavoli ricolmi di cibo di tutti i tipi. Rimase un attimo interdetto, poiché non sapeva da dove iniziare. Dopo un po’ si decise e iniziò a riempire piatti su piatti. Fu un’autentica abbuffata. Satollo, intontito per il troppo cibo, salì in stanza. Adesso faceva molto caldo. Si sdraiò sul letto e regolò l’aria condizionata al massimo. Per un attimo pensò all’esausto ventilatore di casa sua, che non faceva altro che spostare l’aria calda. Poi si addormentò. Si svegliò di soprassalto dopo poco più di mezz’ora. Si alzò di scatto, non poteva perdere tempo. Sotto i raggi implacabili del sole tornò in spiaggia. E di nuovo ci furono innumerevoli e fantastici bagni in quell’acqua magica, seguiti da attimi di riposo su quella sabbia incredibilmente fine. Quando guardò l’orologio vide che si era fatto tardi. Tornò di corsa all’hotel e replicò l’incredibile mangiata di mezzogiorno. Poi, affannato, andò a preparare la valigia. Anzi, la piccola borsa. Uscì dall’edificio e si catapultò in strada, dove si concesse una spesa pazza: fermò un taxi e si fece condurre in aeroporto. Ormai aveva i minuti contati. In pratica, riuscì a salire al volo sull’aereo. Stravolto dal caldo e dall’agitazione, si appisolò quasi subito. Si sveglio poco prima dell’atterraggio. Rifece a ritroso il percorso del mattino. Prima il treno, poi l’autobus. Quando arrivò alla sua abitazione era quasi mezzanotte. L’appartamento, che sembrava un forno, era silenzioso. Ormai stanchissimo, crollò sul letto, accanto a sua moglie che stava russando. Il suo ultimo pensiero fu che, nonostante la crisi economica, il giorno dopo, alla ripresa del lavoro, avrebbe potuto raccontare ai colleghi la sua vacanza da sogno, suscitando la loro invidia. 

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