I ragazzini sono
accomodati composti sulle sedie della piccola sala parrocchiale, con i loro
libretti sulle ginocchia, i maschi da una parte e le femmine dall'altra. Tempo
un paio d'anni e tale rigida separazione non ci sarà più, bisognerà dividerli
con la forza.
Don Rinaldo passeggia
nervoso di fronte a loro. Ogni tanto lancia un'occhiata al suo vistoso orologio
d'oro, dono dei parrocchiani per i suoi quarant'anni di sacerdozio. Tra pochi
minuti inizierà il gran Premio di Formula Uno, e il prete non ha nessuna intenzione
di perderne la partenza, che è la fase più interessante della gara. Sì, sarebbe
un vero peccato lasciarsela sfuggire (ah! ah!).
"Vi devo
abbandonare perché ho un impegno importante" dice don Rinaldo. "In
ogni caso Olga sta per arrivare. Mi raccomando, state buoni e composti, e non
fate chiasso. Ricordate che Gesù vi guarda" aggiunge il prete indicando,
alle spalle dei bambocci, un grande crocifisso appeso al muro. Alcuni di loro
si voltano, a osservare quel povero Cristo inchiodato alla croce, gli occhi
chiusi di chi non può più vedere nulla. Detto ciò il prete si allontana quasi
di corsa, lasciando i ragazzini soli.
Dopo pochi minuti di
attesa compare la catechista. Trafelata, rossa in viso, i capelli un po' unti
tirati all'indietro. Olga è sempre di fretta. Nonostante la sua vita intensa e
caotica, non ha mai voluto rinunciare a quell'impegno che porta avanti da tanti
anni. Le piace insegnare il catechismo ai bambini, si augura di essere per loro
una guida di fede, di non fallire nel compito come invece è accaduto con i suoi
figli. Quei tre scatenati. In verità scatenatati è un eufemismo, poiché il
termine più adatto per definirli sarebbe delinquenti. Giorgio, il maggiore, è
stato sospeso da scuola. D'accordo, ha subito un torto da un compagno, ma non
poteva limitarsi a perdonarlo invece di riempirlo di botte? E poi c'è l'altro,
il secondo, che di nome fa Secondo, come il nonno paterno, che tutte le sere
rientra dopo le due, quasi sempre ubriaco per non dire altro, e non ne vuole
proprio sapere di mettere la testa a posto. E anche il più piccolo promette
bene: pochi giorni prima lo ha sorpreso a ricattare una ragazzina impegnandosi ad
aiutarla nello studio della matematica in cambio di sesso. Sesso, a quell'età! Per
non parlare del marito. E chi lo vede mai, quell'inutile e inesistente padre e
marito? Sempre fuori, sempre in giro. Per lavoro, dice. Olga in realtà ritiene
che lui abbia un'amante, ma non ha mai avuto voglia di domandargli se ciò sia
vero. Un'amante con delle pretese, oltretutto, dal momento che Olga ha notato
che i pochi risparmi della famiglia si stanno assottigliando sempre di più. Ma
poi, riflette ancora la catechista, chi mai si prenderebbe quello scarto di
uomo? Probabilmente il mentecatto si sta mangiando tutti i soldi frequentando
squallide puttane o, peggio ancora, giocando a carte o alle slot. I soldi,
l'eterno problema. Come si fa a vivere in cinque con un solo (scarso)
stipendio? Tra un po' lei non riuscirà neppure più a mettere insieme pranzo e
cena, dovrà ricorrere ai pacchi della parrocchia, e tale drammatica situazione
va avanti da quando lei ha perduto il lavoro. Dopo quasi vent'anni di servizio il
notaio l'ha lasciata a casa. Per limitare i costi dello studio, le ha detto.
Sai, devi avere pazienza, ha aggiunto, ma la crisi mi ha messo in ginocchio.
Per limitare i costi non poteva vendere una delle sue ville? Oppure rinunciare
alla barca? No, ha preferito licenziarla. Naturalmente dopo pochi mesi ha
assunto un'altra impiegata, una giovane minigonna. Olga si riscuote, i suoi
allievi la stanno osservando, in attesa dell'inizio della lezione. Deve
sbrigarsi, darsi una mossa, perché subito dopo dovrà correre da sua madre. L'anziana
donna è inferma da anni, e tutta l'assistenza pesa sulla figlia. Il figlio,
invece, non se n'é mai occupato. Per prima cosa lui è un uomo, e assistere un'inferma
è cosa da donne. Inoltre il suo lavoro - è direttore di una grande azienda -
non gli concede mai tempo. Neppure il tempo di scucire qualche biglietto di
banca per un po' di aiuto economico. Bastardo egoista e tirchio. Olga si annota
mentalmente che il giorno dopo dovrà passare finalmente dal medico, perché la
sua salute, sempre trascurata, non va affatto bene, si schiarisce la voce e poi
inizia.
"Ragazzi, oggi vi
parlerò dell'inferno" dice. Tutti si fanno attenti. L'inferno è sempre
l'argomento che più appassiona i ragazzi. Proprio come i film horror, considera
tra sé la catechista.
"La Chiesa nel suo insegnamento afferma l'esistenza dell'inferno e la sua
eternità" prosegue Olga. "Le anime di coloro che muoiono in stato di
peccato mortale, dopo la morte discendono immediatamente negli inferi, dove subiscono
le pene dell'inferno, il fuoco eterno. Vi è mai capitato di scottarvi un dito? Vi
ricordate l'immenso dolore che avete provato? Ecco, l'inferno è così, ma mille e
mille volte di più. E per sempre".
Qualcuno dei ragazzini, al pensiero, rabbrividisce, altri rimangono
indifferenti. Troppo difficile da immaginare, il concetto. Uno di loro arriccia
il naso, in una espressione scettica. È il solito, sempre lui, il piccolo
Fulvio dai capelli rossi. Un ragazzino molto intelligente, vivace, pronto,
perspicace. Un insieme di qualità che lo rendono un autentico scassaballe. Olga
sospira. Tra pochi secondi il bricconcello testa di carota farà qualche strana
domanda e la metterà in difficoltà. E infatti, cazzo, Fulvio alza la mano. Olga
la parola cazzo non la pronuncia mai, ma durante le sue tormentate giornate la
pensa spesso, tutte le volte (e sono davvero tante) che deve affrontare una
difficoltà.
"Posso chiedere una cosa?" domanda il ragazzino.
"Certo" risponde la catechista, paziente e colma di cristiana
rassegnazione.
"Lei ha detto che all'inferno si va dopo la morte. E poi ci ha
descritto l'inferno. Siccome nessuno torna indietro dalla morte, da dove arriva
la descrizione che ci ha fatto? Sarà mica tutto inventato?"
La logica dello sveglio ragazzino è ineccepibile, pensa Olga, che poi
annuisce. E subito dopo crolla.
"Hai ragione, Fulvio" dice con voce tremante. "Non tutti
quelli che vanno all'inferno sono morti. Può capitare di finirci anche da vivi
e poi di tornare indietro. E poi di andarci di nuovo, subito dopo".
Il ragazzino la fissa con la bocca spalancata, stupito. Poi la sua
curiosità prevale.
"E chi sarebbero questi che vanno e vengono dall'inferno?" domanda.
"Ne hai una proprio davanti a te" dice Olga.
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