Non ho intenzione
commentare più di tanto la sconfitta subita dalla nazionale italiana di calcio
contro la Svezia nel primo dei due spareggi per l'assegnazione di un posto ai
prossimi Mondiali. Non lo farò, perché a proposito c'è ben poco da dire. Gli
appassionati hanno assistito all'incontro e hanno avuto modo di fare le
considerazioni del caso. Vorrei invece parlare di tecnica calcistica.
Si sente dire spesso,
da tifosi, addetti ai lavori e giornalisti, parlando dei calciatori azzurri: "I
nostri atleti sono inferiori dal punto di vista atletico, ma possiedono senza
alcun dubbio una tecnica superiore".
Questa frequente e
generale affermazione corrisponde al vero?
Che cosa si intende per
tecnica?
Gli elementi principali
della tecnica calcistica sono soprattutto quattro: il dominio della palla, il
calcio della palla (passaggio e tiro), la guida della palla e la ricezione
della stessa (lo stop). Vale a dire l'insieme dei movimenti e delle azioni
attuati durante una partita nella quale il primo obiettivo è il possesso della
palla, il secondo la difesa e la riconquista del pallone.
Esistono calciatori
dotati di tecnica sopraffina (pochi), altri di livello tecnico intermedio e
altri ancora che di tale qualità sono del tutto sprovvisti. Per esemplificare:
Diego Armando Maradona e Lionel Messi appartengono di sicuro alla prima
categoria. Anche tra i calciatori azzurri ve ne sono stati, in passato, alcuni
dotati di tecnica eccelsa. Per stare ai miei ricordi, cito tra loro Rivera,
Mazzola, Baggio, Totti, Del Piero, Pirlo.
Attualmente, però, qual
è il livello tecnico dei calciatori italiani?
Torniamo per un attimo
alla partita dell'altra sera. Il nostro miglior difensore, per applicazione,
impegno e spirito agonistico è stato Giorgio Chiellini il quale, per manifesta
incapacità nel costruire da parte dei centrocampisti, spesso ha dovuto
impostare l'azione o appoggiare ai compagni. Ebbene, tutti sanno che il buon
Chiellini, al posto dei piedi, si ritrova due scatole da scarpe.
La nota più dolente
riguarda proprio i già citati centrocampisti. Nessuno di loro è apparso in
grado di trattenere la palla, di smistarla con precisione, di proporre delle
geometrie di gioco, di avere delle idee. Il più dotato tecnicamente tra loro
(si dice), un tale Verratti, tutte le volte che riceveva la sfera si limitava
a fare un paio di giravolte attorno a essa, per poi effettuare un passaggio di
due metri, sovente all'indietro. Sarebbe questa la prodigiosa tecnica dei
calciatori azzurri? Per non parlare degli attaccanti, assolutamente non in
grado di effettuare movimenti utili, di smarcarsi, e del tutto incapaci di
fermare il pallone. Infine, gli esterni o presunti tali, i vari Candreva o
Insigne. Il primo, come sempre, costretto a sfiancarsi per coprire l'intera
fascia, il secondo impiegato tardivamente e, come spesso gli capita in
nazionale, in un ruolo che non gli si addice. Ma, per queste ultime
considerazioni, entrerebbero in gioco valutazioni legate alla competenza
commissario tecnico, per cui è meglio glissare.
Torniamo invece alla
tecnica per dire che, con tutta evidenza, essa non accompagna più i calciatori
italiani. A questo punto per la nazionale italiana le cose si fanno difficili.
Le probabilità di non prendere parte a un Mondiale, dopo sessant'anni, sono
purtroppo molto alte. Constatato che l'inferiorità fisica nei confronti della
squadra svedese (e di quasi tutte le altre nazionale del mondo) è evidente e
incolmabile, che non è vero che i nostri giocatori posseggano doti tecniche
superiori, a che cosa ci si può appellare nell'affrontare la decisiva partita di spareggio per sperare di approdare ai Mondiali?
Rimangono soltanto due elementi: il cuore e la fortuna. Basteranno?
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