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martedì 14 gennaio 2025

FINE PENA SEMPRE


Rieducare non era più considerato conveniente.

Siate fecondi e moltiplicatevi, e riempite la Terra. Qualcuno lo aveva detto, all'inizio dei tempi, ed era stato preso alla lettera. Anzi, con il trascorrere del tempo il comando aveva scatenato nell'umanità una sorta di eccesso di zelo. Tanto che, alla fine, c'era stata una sciagurata esagerazione.

Il pianeta scoppiava, e correggere l'indole degli individui non aveva più alcun senso.

Era meglio cercare di educare le moltitudini di innocenti, affamati di cibo e di spazio, che riportare sulla retta via, con esiti incerti, chi era soggetto a devianza.

Da tanto tempo, ormai, non venivano più costruite carceri. I politici, di tutti i colori, avevano deciso che fabbricare nuovi istituti di detenzione non portava consenso. Le prigioni, proprio come il pianeta, erano bombe a orologeria.

Quando fu proposta la soluzione, quella soluzione, il dissenso fu minimo. Le associazioni umanitarie tentarono di far sentire la loro voce ma nessuno le ascoltò. Gli stessi attivisti non avevano più alcuna convinzione e le loro timide proteste si persero nel nulla.

I tempi erano cambiati, si poteva dare il via all'attuazione.

Quando si procedette, subito i piccoli reati diminuirono, fin quasi a scomparire. La stessa cosa accadde per i crimini dei colletti bianchi. Nessuno intendeva rischiare, la certezza della pena era ormai assoluta, la sanzione senza appello, i tempi di esecuzione molto brevi. Rimasero i delitti d'impeto, quelli di chi perde la testa, di chi smarrisce per un attimo la ragione. In quei casi non c'è pena che tenga, la dissuasione è inutile.

La soluzione adottata era semplice, semplice e crudele.

Chi veniva condannato in primo grado per qualsiasi reato, dal furto di una mela all'omicidio o alla strage, era condannato alla pena capitale. Non era consentito giudizio di appello né in caso di condanna né di assoluzione. La nuova pena di morte, chiamata giudizio definitivo, era eseguita entro tenta giorni dalla sentenza. Nonostante la disapprovazione di molti eminenti giuristi la legge fu applicata in maniera retroattiva anche nei confronti di chi era già detenuto in carcere e aveva subito un giudizio di colpevolezza. La somministrazione contemporanea di diverse sofisticate sostanze concedeva ai condannati una dolce morte.

Il drastico provvedimento influenzò in qualche modo la questione del sovraffollamento del pianeta? Naturalmente no, l'intento non era mai stato quello. Il risultato certo fu che, nelle strade congestionate e nelle case alveare, la convivenza tra gli individui migliorò, divenne più soddisfacente grazie alla paura.

Tutti gli altri problemi rimasero anche se, in qualche modo, era stata tracciata una strada che avrebbe portato a risolverli. Ciò si comprese quando i due principali partiti, anche questa volta stranamente unanimi, posero all'opinione pubblica la fatidica domanda: l'ignoranza non è forse un crimine?

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