Rieducare non era più considerato conveniente.
Siate fecondi e
moltiplicatevi, e riempite la Terra. Qualcuno lo aveva detto, all'inizio dei
tempi, ed era stato preso alla lettera. Anzi, con il trascorrere del tempo il
comando aveva scatenato nell'umanità una sorta di eccesso di zelo. Tanto che,
alla fine, c'era stata una sciagurata esagerazione.
Il pianeta scoppiava, e
correggere l'indole degli individui non aveva più alcun senso.
Era meglio cercare di
educare le moltitudini di innocenti, affamati di cibo e di spazio, che
riportare sulla retta via, con esiti incerti, chi era soggetto a devianza.
Da tanto tempo, ormai,
non venivano più costruite carceri. I politici, di tutti i colori, avevano
deciso che fabbricare nuovi istituti di detenzione non portava consenso. Le
prigioni, proprio come il pianeta, erano bombe a orologeria.
Quando fu proposta la
soluzione, quella soluzione, il
dissenso fu minimo. Le associazioni umanitarie tentarono di far sentire la loro
voce ma nessuno le ascoltò. Gli stessi attivisti non avevano più alcuna
convinzione e le loro timide proteste si persero nel nulla.
I tempi erano cambiati,
si poteva dare il via all'attuazione.
Quando si procedette, subito
i piccoli reati diminuirono, fin quasi a scomparire. La stessa cosa accadde per
i crimini dei colletti bianchi. Nessuno intendeva rischiare, la certezza della
pena era ormai assoluta, la sanzione senza appello, i tempi di esecuzione molto
brevi. Rimasero i delitti d'impeto, quelli di chi perde la testa, di chi
smarrisce per un attimo la ragione. In quei casi non c'è pena che tenga, la
dissuasione è inutile.
La soluzione adottata
era semplice, semplice e crudele.
Chi veniva condannato
in primo grado per qualsiasi reato, dal furto di una mela all'omicidio o alla
strage, era condannato alla pena capitale. Non era consentito giudizio di
appello né in caso di condanna né di assoluzione. La nuova pena di morte,
chiamata giudizio definitivo, era eseguita entro tenta giorni dalla sentenza.
Nonostante la disapprovazione di molti eminenti giuristi la legge fu applicata
in maniera retroattiva anche nei confronti di chi era già detenuto in carcere e
aveva subito un giudizio di colpevolezza. La somministrazione contemporanea di
diverse sofisticate sostanze concedeva ai condannati una dolce morte.
Il drastico
provvedimento influenzò in qualche modo la questione del sovraffollamento del
pianeta? Naturalmente no, l'intento non era mai stato quello. Il risultato
certo fu che, nelle strade congestionate e nelle case alveare, la convivenza
tra gli individui migliorò, divenne più soddisfacente grazie alla paura.
Tutti gli altri
problemi rimasero anche se, in qualche modo, era stata tracciata una strada che
avrebbe portato a risolverli. Ciò si comprese quando i due principali partiti,
anche questa volta stranamente unanimi, posero all'opinione pubblica la
fatidica domanda: l'ignoranza non è forse un crimine?
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