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martedì 30 luglio 2024

IL PROBLEMA DEL SIEPISTA (Prima parte)


Giovanni Cartezzini, appena scese dal letto, ebbe il presentimento che quella sarebbe stata una giornata storta. Cercò di non badare a quella sensazione di catastrofe imminente che lo aveva assalito e che continuava a tormentarlo anche mentre faceva colazione e si preparava per uscire.

Arrivò al campo di allenamento alla solita ora, come accadeva tutti giorni. Davanti alla porta dello spogliatoio trovò ad aspettarlo il suo allenatore, Davide Bergonzi. Si trattava di una circostanza insolita, poiché Bergonzi amava poltrire a letto e si presentava al campo sempre in ritardo, quando lui aveva già completato il riscaldamento. Il tecnico aveva un'espressione seria, e in Cartezzini si accrebbe il senso di disagio.

"Prima di iniziare ti devo parlare" disse l'allenatore. "Entriamo dentro".

Nello spogliatoio c'erano due atleti, che furono invitati a uscire. Giovanni Cartezzini e Davide Bergonzi si sedettero su una panca.

"Ti devo dire due cose" esordì il tecnico. "Una buona e una cattiva. Da quale cominciamo?"

Cartezzini era preoccupato. La sua intuizione mattutina si stava rivelando corretta. Rassegnato, optò per ascoltare per prime le brutte nuove.

"Mi dispiace, Giovanni, ma per i cinquemila è stato scelto Ranieri" disse Bergonzi.

"Ranieri? Ma come è possibile?"

"La decisione è irrevocabile" aggiunse il tecnico.

"Ma..." Cartezzini era sconvolto.

"Lascia che ti spieghi" disse l'allenatore. "Ranieri è un atleta esperto, e anche se quest'anno non è stato molto brillante merita comunque questa ultima possibilità. Ormai ha una certa età e dopo i Giochi chiuderà la sua carriera, non gli possiamo negare questa soddisfazione dopo tutto ciò che ha fatto per la federazione".

Cartezzini era sempre più pallido.

"Non andrò alle Olimpiadi!" esclamò all'improvviso.

"Giovanni, tu sei ancora giovane..."

Alberto Cartezzini scattò in piedi.

"Tu sei giovane! Tu hai poca esperienza!" urlò. "Sono quattro anni che mi sento dire le stesse cose! Nel frattempo sono invecchiato!"

Bergonzi gli mise una mano sulla spalla e lo fece di nuovo sedere.

"Calmati, Alberto E la notizia buona? Non la vuoi sentire?"

L'altro, depresso e di colpo docile, annuì.

"Sono riuscito a farti inserire nei tremila siepi" disse Bergonzi, con un gran sorriso.

Cartezzini strabuzzò gli occhi.

"Non li ho mai corsi! Neppure una volta!" strepitò.

"Tranquillo, Alberto. Che importa se finora non li hai mai corsi? Lo farai".

"Non ho il tempo minimo di ammissione!"

"Questo non è un problema, ho già pensato a tutto. Tra dieci giorni ci sarà il meeting di Londra, e tu parteciperai. Ottenere il minimo non sarà un problema. Sarà una gara veloce, molto tirata, ci saranno anche keniani e etiopi. E ci sarà anche Tulli, che ti farà da lepre per i primi duemila metri. Vedrai, sarà un gioco da ragazzi. E poi, le Olimpiadi!"

Cartezzini era perplesso. Quell'idea stramba non lo allettava per nulla. Eppure, pur di partecipare ai Giochi Olimpici, sarebbe stato disposto a fare qualsiasi cosa.

"Perché non mi avete inserito nei diecimila?" tentò ancora di obiettare.

L'allenatore scosse energicamente il capo.

"Sei chiuso pure lì. Alberto, tu provieni dal mezzofondo, e possiedi uno spunto finale irresistibile. Se la gara delle siepi ai Giochi sarà tattica, come è facilmente prevedibile, e tu riuscirai a rimanere in gruppo, alla fine te la potrai addirittura giocare per le medaglie. Avrai più possibilità rispetto a quante ne avresti nei tuoi amati cinquemila, dove saresti comunque un comprimario".

Alberto Cartezzini sembrava quasi convinto. Poi, all'improvviso, un pensiero lo colpì.

"Le barriere!" strillò.

                                                      (continua)

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