Li vedeva in strada,
sui marciapiedi, sotto i portici. Dapprima isolati, poi a gruppi di due o tre.
A volte invece erano ancora più numerosi e spesso tutti allineati, come in
formazione militare. Da subito ne ebbe paura. Temeva soprattutto quelli isolati,
quelli che intralciavano il suo cammino, quelli che la costringevano, suo
malgrado, a cedere il passo. Eppure lei abitava in città da oltre mezzo secolo,
mentre loro erano arrivati da poco. Erano arrivati all'improvviso, chissà da
dove e in quale modo. In ogni caso qualcuno doveva averli aiutati, qualcuno di
sicuro aveva favorito il loro arrivo. Trafficanti, si diceva, mentre altri
addirittura sussurravano che la colpa era del sindaco, che non aveva fatto
nulla per fermarli. Anzi, aveva fatto di tutto per averli in città. Loro sembravano
tutti uguali, ma non era così. Lei li vedeva in quel modo, ma in realtà c'erano
delle differenze. Minime, ma c'erano. Qualcuno di loro era più alto, altri erano
più tozzi, e pure i loro colori erano diversi. All'inizio alcuni cittadini
davano loro dei soldi. Poi smisero, perché la cosa non aveva più alcun senso. Li
temeva soprattutto di notte, quando la città era deserta. Quelle sagome sottili
che si trovavano dappertutto suscitavano inquietudine e timore, perché ormai
erano in troppi, e in ogni caso la gente, quando faceva buio, preferiva
rimanere chiusa in casa. La mattina, tuttavia, quando usciva per recarsi al
lavoro, erano loro a darle un tetro benvenuto non appena metteva i piedi fuori
dall'androne. E se fossero entrati nel palazzo? Sapeva che prima o dopo sarebbe
accaduto. Occorreva fare qualcosa, bisognava mandarli via, finché si era ancora
in tempo. Ancora poco e sarebbe stato troppo tardi. Quell'invasione, perché si
trattava ormai di una autentica invasione, doveva essere fronteggiata in
qualche modo. Lei si chiedeva quando tutti avrebbero finalmente reagito, quando
tutti si fossero resi conto del grave pericolo che stavano correndo. Il
rischio, per lei e per tutti gli altri cittadini, un azzardo ormai prossimo,
ben concreto, era quello di non potere più essere padroni nella loro città,
nelle loro case, e di soccombere agli invasori, quegli invasori sempre più
temibili: i monopattini elettrici.
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