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sabato 11 febbraio 2017

PATATA BOLLITA



"Patata bollente", questo il titolo del quotidiano Libero riferito alla sindaca di Roma Virginia Raggi e alle sue vicende politiche e soprattutto personali. Un titolo che ha fatto ribollire di indignazione l'intera opinione pubblica, per le sue esplicite implicazioni sessiste, e che ha avuto come immediata conseguenza molteplici attestazioni di solidarietà rivolte alla sindaca capitolina da parte di rappresentanti delle istituzioni e da tutti gli esponenti del mondo politico, amici o avversari del Movimento Cinque Stelle.
Allo stesso tempo il deplorevole episodio ha consentito a Beppe Grillo, ancora una volta di più, di scagliarsi contro il sistema dell'informazione, già accusato ripetutamente di nutrire pregiudizi e di tessere complotti contro la sua parte politica, permettendogli così di non operare alcuna distinzione tra testate serie o da barzelletta quali il quotidiano diretto da Vittorio Feltri.
Non è di sicuro la prima volta che Libero ricorre a titoloni a effetto, giocati su beceri e volgari doppi sensi. Si tratta di un modo discutibile di fare giornalismo, sempre se di giornalismo ancora si tratti, dove prevale non l'informazione, quasi del tutto assente, bensì la pura provocazione.
In ogni caso, anche in questa occasione, Vittorio Feltri ha dato prova della sua stupidità giornalistica e del suo scarso acume politico, dal momento che ha finito per provocare un ulteriore indebolimento della considerazione di cui gode l'informazione. La sua condotta scellerata ha invece ricompattato il Movimento Cinque Stelle in un momento, soprattutto a Roma, non troppo felice.
È vero, d'altra parte, che il doppio senso dipende soprattutto da chi lo legge e lo recepisce. Così come è inevitabile che Virginia Raggi, sindaca della capitale, non possa pretendere di sottrarsi all'attenzione della stampa, per il ruolo che ricopre e per come lo sta interpretando. Dopo sei mesi di governo Roma è nel caos totale. La Giunta cambia di continuo, ruoli apicali e importanti dell'amministrazione sono ancora scoperti, l'azione di governo è nulla. Senza dimenticare le implicazioni giudiziarie legate a nomine poco trasparenti, viziate, ad aumenti di stipendio clientelari.
In tutto questo scenario di abbandono politico e soprattutto di inarrestabile degrado di Roma, stupisce l'assordante silenzio di un soggetto che, più di tutti, dovrebbe essere interessato e partecipe del destino della città: i cittadini romani. Rassegnati, storditi e annichiliti dalle torbide vicende alle quali tocca loro assistere, sembrano incapaci di protestare, di reagire, di far sentire la loro voce. Un voto, forse un po' avventato, che comunque aveva rappresentato per loro l'ultima speranza, ha avuto come esito una delusione talmente grande e inaspettata da renderli muti e sgomenti.

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