Entro fine mese la
Corte Costituzionale si pronuncerà sull'eccezione sollevata riguardo la nuova
legge elettorale. L'Italicum rischia di diventare la prima legge elettorale a
morire prima ancora di essere stata utilizzata. In tale eventualità, e nel caso
in cui i rilievi della Consulta determinassero una non immediata applicabilità
della sentenza, il Parlamento dovrà intervenire, se non altro per rendere
omogenea la legge elettorale tra Camera e Senato, così come desiderato con
forza dal Presidente della Repubblica.
É auspicabile che tale
intervento legislativo sia fatto con celerità, in modo da rendere possibile il
voto nel momento che sarà ritenuto opportuno dal Capo dello Stato, sia esso
subito oppure a normale scadenza di legislatura.
Occorre, a questo
punto, procedere ad alcune considerazioni sul tema.
In primo luogo è
necessario sottolineare che, in linea di massima, non è mai opportuno che una
nuova legge elettorale (o modifiche di rilievo alla stessa) siano fatte a fine
legislatura, nell'imminenza del voto, bensì all'inizio. In ogni caso , ormai,
non è più possibile sfuggire a tale situazione.
In secondo luogo è
giusto ricordare che una legge elettorale perfetta non esiste.
Nel formulare una legge
elettorale occorre scegliere se debba prevalere l'aspetto della governabilità
oppure quello della rappresentatività. Nel primo caso il sistema più efficace è
quello maggioritario, nel secondo quello che meglio risponde allo scopo è
quello proporzionale.
Nei sistemi
maggioritari (a turno unico o a doppio turno con ballottaggio) la lista che
vince "prende tutto" e si assicura la maggioranza. In quelli
proporzionali ogni lista ottiene un numero di seggi corrispondenti ai voti avuti.
Esistono poi i sistemi elettorali chiamati "misti", come può esserlo
per esempio un sistema proporzionale corretto in senso maggioritario con soglie
di sbarramento, dove occorre ottenere
una percentuale minima di voti per partecipare alla distribuzione dei seggi. I
sistemi misti non sempre si rivelano felici, spesso si scoprono un po'
pasticciati.
Tentiamo adesso di
applicare questi semplificati ragionamenti all'attuale sistema dei partiti
italiani, che è a grandi linee essenzialmente tripolare (centro-destra, centro-sinistra
e anomalia Movimento 5S).
Nel caso dell'adozione
di una legge elettorale proporzionale (seppure corretta con sbarramento) la
governabilità potrebbe essere assicurata soltanto nel caso in cui due dei blocchi
siano alleati. Tale accordo, naturalmente, può essere fatto anche dopo il voto.
Il movimento 5S ha da sempre affermato che non farà alleanze, quindi i suoi
elettori devono essere consapevoli del fatto che il loro voto non sarà mai per
il governo, ma solo per l'opposizione. Gli elettori del centro-sinistra,
invece, devono essere coscienti del fatto che il loro voto porterà al governo
in automatico anche il centro-destra. La stessa cosa, di conseguenza, per
questi ultimi. L'eventuale governo sarebbe così sostenuto da una coalizione
spuria, con tutte le conseguenze del caso.
Se invece si sceglie
una legge elettorale maggioritaria (pura come lo è l'Italicum ovvero corretta
con una parte proporzionale come il Mattarellum) la governabilità sarebbe
assicurata. Vincerebbe e governerebbe una sola lista, e in questo caso
centro-destra (unito), centro- sinistra e Movimento 5S avrebbero quasi le
stesse possibilità di affermazione. In tale eventualità, tuttavia, i due terzi
del corpo elettorale si troverebbe a non essere rappresentato.
Occorre scegliere,
dunque, nella piena consapevolezza degli effetti dell'opzione. E della sua
gravità.
Nessun commento:
Posta un commento