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domenica 15 gennaio 2017

LEGGE ELETTORALE


Entro fine mese la Corte Costituzionale si pronuncerà sull'eccezione sollevata riguardo la nuova legge elettorale. L'Italicum rischia di diventare la prima legge elettorale a morire prima ancora di essere stata utilizzata. In tale eventualità, e nel caso in cui i rilievi della Consulta determinassero una non immediata applicabilità della sentenza, il Parlamento dovrà intervenire, se non altro per rendere omogenea la legge elettorale tra Camera e Senato, così come desiderato con forza dal Presidente della Repubblica.
É auspicabile che tale intervento legislativo sia fatto con celerità, in modo da rendere possibile il voto nel momento che sarà ritenuto opportuno dal Capo dello Stato, sia esso subito oppure a normale scadenza di legislatura.
Occorre, a questo punto, procedere ad alcune considerazioni sul tema.
In primo luogo è necessario sottolineare che, in linea di massima, non è mai opportuno che una nuova legge elettorale (o modifiche di rilievo alla stessa) siano fatte a fine legislatura, nell'imminenza del voto, bensì all'inizio. In ogni caso , ormai, non è più possibile sfuggire a tale situazione.
In secondo luogo è giusto ricordare che una legge elettorale perfetta non esiste.
Nel formulare una legge elettorale occorre scegliere se debba prevalere l'aspetto della governabilità oppure quello della rappresentatività. Nel primo caso il sistema più efficace è quello maggioritario, nel secondo quello che meglio risponde allo scopo è quello proporzionale.
Nei sistemi maggioritari (a turno unico o a doppio turno con ballottaggio) la lista che vince "prende tutto" e si assicura la maggioranza. In quelli proporzionali ogni lista ottiene un numero di seggi corrispondenti ai voti avuti. Esistono poi i sistemi elettorali chiamati "misti", come può esserlo per esempio un sistema proporzionale corretto in senso maggioritario con soglie di sbarramento, dove occorre  ottenere una percentuale minima di voti per partecipare alla distribuzione dei seggi. I sistemi misti non sempre si rivelano felici, spesso si scoprono un po' pasticciati.
Tentiamo adesso di applicare questi semplificati ragionamenti all'attuale sistema dei partiti italiani, che è a grandi linee essenzialmente tripolare (centro-destra, centro-sinistra e anomalia Movimento 5S).
Nel caso dell'adozione di una legge elettorale proporzionale (seppure corretta con sbarramento) la governabilità potrebbe essere assicurata soltanto nel caso in cui due dei blocchi siano alleati. Tale accordo, naturalmente, può essere fatto anche dopo il voto. Il movimento 5S ha da sempre affermato che non farà alleanze, quindi i suoi elettori devono essere consapevoli del fatto che il loro voto non sarà mai per il governo, ma solo per l'opposizione. Gli elettori del centro-sinistra, invece, devono essere coscienti del fatto che il loro voto porterà al governo in automatico anche il centro-destra. La stessa cosa, di conseguenza, per questi ultimi. L'eventuale governo sarebbe così sostenuto da una coalizione spuria, con tutte le conseguenze del caso.
Se invece si sceglie una legge elettorale maggioritaria (pura come lo è l'Italicum ovvero corretta con una parte proporzionale come il Mattarellum) la governabilità sarebbe assicurata. Vincerebbe e governerebbe una sola lista, e in questo caso centro-destra (unito), centro- sinistra e Movimento 5S avrebbero quasi le stesse possibilità di affermazione. In tale eventualità, tuttavia, i due terzi del corpo elettorale si troverebbe a non essere rappresentato.
Occorre scegliere, dunque, nella piena consapevolezza degli effetti dell'opzione. E della sua gravità.


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