Powered By Blogger

mercoledì 29 dicembre 2010

MESSAGGI


Ti annoi. E allora, senza pensarci, accendi il computer. Apri Facebook e digiti un nome. In realtà, di Facebook pensi tutto il male possibile. A che serve? A nulla, rispondi. Che ti importa di link dozzinali postati quasi a caso da quasi sconosciuti? Niente. E delle foto delle vacanze di supposti “amici”? Ancora di meno. Ma sorvoli, colpevole nell’intimo, su queste pur sagge considerazioni e prosegui, premendo un tasto. A sorpresa appare un’immagine, ed è proprio quella che cercavi. Sì, è lei. L’hai riconosciuta subito, anche se la fotografia, l’unica, è un po’ sfuocata. Lei è invecchiata, ma non più di tanto. D’altra parte, che ti aspettavi? Sono passati quasi venticinque anni. E dunque armeggi con la tastiera, fai ciò che devi fare. Poi, quasi subito, te ne scordi. Grande è la sorpresa, alcuni giorni dopo, quando ricevi il messaggio. Lo leggi, distratto, e poi lo rileggi, con maggiore attenzione. Per dare maggiore consistenza a quelle parole, lo stampi, infili il foglio in un cassetto e ti riprometti di rispondere. Domani, senz’altro. Che dice? Parla della sua vita, del suo lavoro, dei suoi figli, perché adesso ha due figli. Elenca i suoi attuali interessi, che poi sono gli stessi di una volta: i libri, la musica, i viaggi. Mentre rifletti su quelle parole, su quei pensieri cordiali ma freddi, passano i giorni, giorni pesanti perché si sommano agli anni. Ogni tanto pensi di fare la stessa cosa, di parlare di te, di ciò che hai fatto, ma i tuoi proponimenti non prendono forma, e tantomeno generano parole. Non trovi nulla di interessante da dire, nulla che non sia banale e che valga la pena di essere espresso. Passa altro tempo, il foglio è dimenticato in fondo a quel cassetto. Ti rendi conto che non risponderai mai.

Nessun commento:

Posta un commento