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lunedì 27 dicembre 2010

E ADESSO, POVER'UOMO?


E' senza alcun dubbio il peggior ministro del peggior governo della nostra povera Repubblica. Sul suo glabro capo pende, ormai da tempo, una mozione individuale di sfiducia in merito alla quale il Parlamento si dovrà tra breve esprimere. E l'esito finale non è affatto scontato. Sussurri e grida (silenti) fanno pensare che il malcapitato non riuscirà a sfuggire, come accaduto ad altri suoi illustri colleghi, al lavacro di indegnità sancito dal voto dei nostri più o meno onorevoli rappresentanti. E sarà dunque marchiato, proprio lui, il Poeta del Nulla, con il timbro dell'indegnità, dell'incapacità assoluta. In quel caso, a nulla saranno servite le sue invocazioni, le sue accorate preghiere rivolte addirittura agli odiati rivali della Sinistra, agli ex-comunisti, ai suoi antichi compagni di militanza politica. Perchè il povero Bondi si trova in una situazione così tragica, così drammatica? Il primo passo falso è stato Pompei. D'accordo, quelle case erano vecchie e decrepite, come lui stesso ha affermato, dopotutto avevano quasi duemila anni! Un vero miracolo che non fossero crollate prima! E invece è toccato a lui, l'incolpevole, subire le conseguenze del passare del tempo. Sfortuna? Può darsi. In ogni caso si sa che l'incuria e la cattiva gestione di un bene ne accentuano e ne accelerano i patimenti strutturali. Inoltre, se non si può imputare al ministro-poeta una responsabilità diretta, esiste comunque una innegabile responsabilità oggettiva, squisitamente politica. In tali circostanze è giusto e onesto trarre le dovute conseguenze. Ma questo è solo l'inizio. Il buon Bondi è stato capace di entrare in conflitto con l'intero mondo della cultura del nostro paese. Non è riuscito infatti - nonostante le titaniche lotte in Consiglio dei Ministri, dice sempre lui - a far scucire al perfido amico-nemico Tremonti un solo centesimo in più per artisti e intellettuali. O per i nostri sofferenti monumenti. Al contrario, il suo ministero è stato falcidiato dai tagli "lineari" imposti dal potente collega. Purtroppo il (presunto) impegno non è sufficiente: in questi casi la dignità impone le dimissioni. E che dire delle incredibili e inverosimili assunzioni indotte e favorite da Bondi nel proprio ministero? L'ex marito dell'attuale compagna, il figlio della stessa... Casi umani, li ha definiti, quando il vero caso umano è lui. Davvero un brutto periodo, per Bondi, tanto che l'altro giorno in Parlamento ha perso addirittura la testa. Ha negato di aver votato al posto di un collega assente mentre il filmato della sua virtuosa esibizione pianistica ormai scorreva da ore sull'intera rete. Dopo tutto ciò, pare che il ministro stia finalmente valutando l'ipotesi delle dimissioni, da rassegnare prima dell'eventuale voto di sfiducia. Pentimento improvviso? Tardiva consapevolezza delle proprie disastrose azioni? No, si tratta di semplice realpolitik, non certo sua ma praticata dal suo capo, il Despota di Arcore. Un esito sfavorevole della votazione a scapito di Bondi-don Abbondio finirebbe con l'indebolire ancora di più un Governo che si regge appena su una manciata di consensi, acquisiti tra l'altro in maniera oscura. La conseguenza sarà quindi la probabile richiesta al fedelissimo di immolarsi per la causa. Proprio ciò che il ministro aspettava: l'invocazione a sottoporsi al sacrificio estremo e alla quale siamo sicuri risponderà come sempre, tacendo e ubbidendo. In fondo, nulla di più che l'avverarsi del suo grande sogno: il martirio politico.

1 commento:

  1. "il vero caso umano è lui" bellissimo!
    Azzeccato anche il paragone tra Bondi e Don Abbondio :)
    Comunque, hai ragione davvero

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