Era
una splendida giornata d'estate,
l'aria era frizzante e il cielo di color azzurro intenso. Un gruppo di amici,
carichi di entusiasmo, aveva deciso di affrontare una camminata in montagna. Tra loro c'erano Alberto e Paola. Per Alberto, il solo pensiero di passare del
tempo con Paola era un'emozione forte. La ragazza gli piaceva molto, un
sentimento che covava da tempo, ma le occasioni di vederla erano rare,
capitavano soprattutto durante i mesi estivi. Nonostante la sua evidente cotta,
Alberto non era mai riuscito a capire se Paola ricambiasse il suo interesse;
lei si comportava in maniera amichevole e spensierata con tutti i ragazzi della
comitiva. Paola era una ragazza
graziosa, non molto alta, un po' rotondetta ma con una figura armoniosa
e forme generose.
La
destinazione scelta dai giovani era un vecchio
santuario, immerso nel verde delle montagne. La meta richiedeva un paio d'ore di cammino lungo un
sentiero che si snodava tra boschi e radure. Durante tutto il tragitto, Alberto
si ritrovò a camminare costantemente dietro
a Paola. Ogni passo era un'occasione per ammirarla, ma il coraggio di
rivolgerle la parola lo abbandonava ogni volta. Si sentiva intimidito più del solito. Era
evidente che la sua infatuazione per la ragazza era cresciuta ancora. Per la
prima volta, inoltre, un'emozione nuova si fece strada nel suo cuore: la gelosia. Ogni volta che Paola
scambiava battute o risate con qualche altro ragazzo, o quando qualcuno si
avvicinava a lei con familiarità, Alberto sentiva una morsa stringergli lo
stomaco.
Finalmente,
terminata la salita, arrivarono al
santuario. Il sole picchiava implacabile e la fatica si faceva sentire.
Tutti erano spossati e assetati.
Senza esitazione, si diressero verso un piccolo
ma limpido laghetto che rifletteva il cielo. Un ragazzo, dopo averne
saggiato la freschezza, rassicurò tutti: "Nessun problema, l'acqua è
pulita e si può bere!".
Alberto
si accovacciò per dissetarsi. Proprio di fronte a lui, senza dire una parola, anche Paola fece lo stesso. Mentre lei si
sporgeva in avanti, accovacciata, formando una coppa con le mani per
raccogliere l'acqua, Alberto, con uno sguardo furtivo, la osservò. L'angolo in
cui si trovava gli permise una visione
improvvisa e del tutto inaspettata: le gambe abbronzate della ragazza, le sue cosce robuste e i suoi slip
gialli. Quella visione, così intima, lo turbò a tal punto da fargli mancare il fiato. Una vertigine lo
colse all'istante, e per poco non perse l'equilibrio, rischiando di cadere nel
lago. Paola, del tutto ignara del tumulto interiore che aveva scatenato nel
ragazzo, si alzò e si allontanò, rinfrescata.
Quell'episodio,
in apparenza insignificante, si sarebbe rivelato un punto di svolta senza ritorno nell'esistenza di Alberto. Dopo quel
giorno, le strade dei due non si incrociarono più. Un po' per le circostanze
della vita, un po' per una precisa, dolorosa volontà di Alberto. Era rimasto troppo sconvolto da quell'attimo. L'immagine di quegli slip gialli si era
impressa a fuoco nella sua mente, diventando un feticcio assoluto. Per una triste ironia del destino, Alberto non sarebbe mai riuscito ad amare una donna
in pieno. E non ne incontrò mai nessuna che indossasse degli slip gialli. Per
Alberto, l'amore rimase per sempre un'ombra sfuggente, intrappolata nel ricordo
di un fugace e sensuale momento estivo.


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