Powered By Blogger

martedì 12 agosto 2025

TRIANGOLO


Ero in attesa del suono della campanella di inizio lezioni. In classe, come ogni mattina, regnava il caos. Urla, risate, stridore di sedie trascinate sul pavimento. Mi trovavo nei pressi del mio banco, in piedi, ad aspettare che il frastuono venisse interrotto dall'usuale rintocco. Poi la mia compagna Bianca mi si avvicinò. Quella ragazza aveva un odore particolare. Forse erano i capelli, sempre un po' unti, che non lavava quasi mai. Tentai di scostarla con la spalla, ma lei non vi badò. Non vedeva l'ora di dirmi qualcosa.

"La sai l'ultima?" mi chiese, gli occhietti vivaci che brillavano.  

Sospirai.

"Dimmi, Bianca". Uno dei soliti pettegolezzi, pensai.

Lei si avvicinò ancora di più, e l'odore divenne più forte.

"Si dice che Alfredo si sia messo con Giada. È vero? Tu di sicuro lo saprai..."

Mi prese un mezzo colpo. Sentii il cuore mancarmi un battito, poi riprendere a correre a rotta di collo. Alfredo era il mio migliore amico, l'unico che avessi. Giada invece era ragazza che mi piaceva da sempre, da quando l'avevo vista la prima volta, nonostante lei non mi avesse mai degnato di uno sguardo. Loro due, insieme! Erano un anno avanti a me, e stavano nella stessa classe, perché io ero stato bocciato in prima. Non sapevo nulla di questa storia. Vedevo Alfredo quasi tutti i giorni dopo la scuola, e lui non mi aveva detto niente. Forse, sapendo del mio interesse per Giada, temeva di ferirmi. O forse non gliene importava un accidente. In ogni caso, ci ero rimasto malissimo.

Cercai di dissimulare il colpo, di mantenere la calma.

"Ah, sì?" dissi, cercando di assumere un'espressione misteriosa.

"Sai, le cose non sempre sono come sembrano" proseguii. "Bianca. Se proprio lo vuoi sapere, anch'io sto con Giada. Ti ricordi di Jules e Jim?"

Gli occhi di Bianca si spalancarono. Aveva colto il riferimento cinematografico. In quel momento, l'odore mefitico si intensificò. Forse non erano i capelli, riflettei, bensì il sudore. Mi domandò ancora qualcosa, ma la ignorai. Presi posto nel banco, proprio mentre la campanella finalmente suonava, assordante.

Non rammento nulla delle tre ore di lezione che seguirono. Non ricordo niente di ciò che dissero i professori, e neppure quali fossero gli insegnanti che si alternarono. Per fortuna, non venni interrogato. La mia mente era altrove, intrappolata in un unico pensiero: Alfredo e Giada. E poi rimuginavo sulla mia stupida, impulsiva bugia. Non avevo considerato le conseguenze.

Nel frattempo, i miei compagni non erano stati con le mani in mano. Il passaparola era stato molto veloce. Tutti sapevano ciò che avevo detto a Bianca. Quando, durante l'intervallo, uscii dalla classe, camminando nel corridoio, vidi studenti di altre classi che mi guardavano in maniera strana. Tutti erano a conoscenza di ciò che mi riguardava. Di sicuro anche Alfredo e Giada, che per fortuna non incontrai. Forse erano rimasti in classe a sbaciucchiarsi, quei maledetti.

A un tratto, un ragazzo dell'ultimo anno si avvicinò. Prima d'allora non mi aveva mai rivolto la parola. Mi diede una pacca sulla spalla.

"Bravo" disse con un sorriso che non compresi se fosse di scherno o ammirazione.

"Ho saputo che ti sei ficcato in un triangolo" aggiunse.

Alzai le spalle, cercando di sembrare noncurante.

"Meglio in tre che in due" dissi. Lui approvò, compiaciuto. Fu un momento strano, quasi surreale.

Dopo altre due interminabili ore di lezione, anche quella mattinata tremenda finalmente giunse al termine.

Cercai di uscire da scuola alla chetichella, non volevo incontrare Giada e tantomeno Alfredo. Intendevo stare da solo, dovevo ripensare a perché il mio amico non mi avesse detto nulla. Ma proprio in quel momento, vidi Giada. Lei stava venendo verso di me. All'ultimo momento, scartò e mi evitò, non disse nulla, ma mi lanciò uno sguardo di puro disprezzo.

Cercai di fare qualcosa, di fermarla, e proprio in quell'istante scorsi Alfredo, in piedi di fronte a me. Cercai di abbozzare un sorriso, un gesto di pace, ma il suo pugno fu più veloce. Sentii il "crac" del naso che si rompeva, subito dopo persi i sensi.

Mai finire in un triangolo, vero o falso che sia.

Nessun commento:

Posta un commento