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martedì 19 agosto 2025

NEL BOSCO


Ed eccomi di nuovo qui, dopo tanti anni. Nel bosco della mia infanzia. Un fitto abbraccio di alberi che un tempo era il mio rifugio, il mio parco giochi, il mio mondo. Da bambino, tuttavia, non avrei mai osato avventurarmi da solo in questo groviglio di rami e ombre. Avevo paura, provavo una specie di brivido lungo la schiena. Ci pensava mio padre ad accompagnarmi, e ogni timore svaniva. Le sue mani grandi e forti, la sua voce rassicurante, trasformavano ogni sentiero in un'avventura sicura.

Ormai sono adulto, e le trepidazioni infantili sono soltanto un ricordo sbiadito, frammenti di un tempo lontano. Mi addentro tra gli alberi, spinto da una curiosità mista a nostalgia. Il bosco è ancora più fitto di quanto ricordassi, un intrico di tronchi e foglie attraverso il quale la luce del sole filtra a stento. L'aria è densa e buia. Se fossi ancora un bambino, avrei paura, eccome! Ma non lo sono più, dunque mi spingo oltre, desideroso di riabbracciare il passato.

Seguo uno dei sentieri, l'odore di terra umida e muschio mi avvolge. I miei occhi si posano su qualcosa al suolo: molliche di pane, sparse a intervalli regolari. Curioso, mi chiedo chi le abbia lasciate. Non dureranno molto, penso. E infatti dagli alberi scendono subito piccoli predatori alati che becchettano le briciole con rapidità sorprendente.

Proseguo, e a un certo punto, con mia grande sorpresa, incontro un bambino. È solo, seduto su un tronco caduto.

"Che cosa fai tutto solo nel bosco?" chiedo, la mia voce un po' troppo brusca, quasi un rimprovero.

Lui mi guarda con diffidenza, i suoi occhi grandi e scuri mi scrutano a lungo.

"Mi faccio un giro, perché? Hai qualcosa in contrario?" risponde infine, la voce sottile ma ferma.

"Non hai paura di smarrirti?" domando, cercando di mascherare la mia apprensione.

Lui mi guarda con aria furba, un sorriso sornione gli increspa le labbra.

"Tranquillo, nonno. Ho preso le mie precauzioni". E in quel momento, noto il sacchetto che stringe in mano, pieno di molliche di pane.

"Fossi al tuo posto, inizierei a preoccuparmi" dico, e poi mi allontano, lasciandolo alle sue briciole. Lui mi alza il dito medio, un gesto di sfida che mi fa sorridere.

Vado avanti, e poco dopo incontro un uomo. Accidenti! penso, oggi sono tutti qui! Lui mi saluta, con un cenno del capo. Ricambio il saluto. È alto e grosso, con una mascella e una mandibola molto allungate e una bella dentatura che spicca. Ciuffi di peli gli spuntano dalle orecchie.

"Ha per caso visto una bambina?" chiede, con voce profonda.

"Una bambina?" dico, riflettendo. "No, ho visto un bambino, poco fa".

Lui scuote la testa, il suo sguardo si fa spazientito.

"Ho detto una bambina! Con un vestitino rosso! L'ha vista sì o no?"

Un po' spaventato da tanta veemenza, rispondo di no, lo saluto in fretta e proseguo. Con la coda dell'occhio, vedo che si mette a correre. Per un attimo ho l'impressione che corra... a quattro zampe. È pieno di gente strana, penso, prima di continuare il cammino.

Ma oggi è davvero una giornata particolare. Dopo pochi passi, incontro un bambino e una bambina. Il bambino non è quello di prima, e la bambina non indossa un vestitino rosso. Tutti e due stanno mangiando dei dolci, hanno le bocche sporche di zucchero. Sembra marzapane.

"Che cosa ci fate nel bosco?" chiedo. "Dove sono i vostri genitori?"

Mi guardano con indifferenza.

"Non sono affari tuoi" mi rispondono quasi in coro.

"Fossi in voi, non mangerei troppo di quella roba. Fa ingrassare" dico, la voce intrisa di un monito che a loro sembra indifferente.

"E allora?" dice il bambino, stringendosi nelle spalle.

"Secondo me, finché rimanete nei paraggi, vi conviene essere magri" rispondo, e poi me ne vado, accelerando il passo. Non vedo l'ora di uscire da questo bosco. I ricordi della mia infanzia erano ben diversi. In questo luogo c'era pace e tranquillità, e non tutto questo affollamento di figure strane e misteriose.

Sono quasi fuori. Appena sto per uscire dall'intrico di alberi, però, sento in successione urla disperate di bambini, ululati e latrati, e infine un colpo di fucile!

Realtà o fantasia? Nel dubbio, affretto ancora di più l'andatura.


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