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martedì 20 maggio 2025

IL GRANDE GIORNO


Il grande giorno è finalmente arrivato. Dopo settimane di preparativi e di incertezze, sono riuscito a invitare Sara a cena. Naturalmente mi auguro che alla cena possa seguire qualcos'altro di altrettanto appagante, ma è opportuno fare un passo alla volta e non illudersi troppo. La mia mente, in ogni caso, é un concentrato di emozioni mentre l'accompagno al tavolo di quel ristorante raffinato e costoso, un posto dove ho sempre sognato di portarla. Le luci soffuse e l'atmosfera ricercata rendono il tutto perfetto, anche se il mio cuore seguita a battere all'impazzata per l'emozione. Ci accomodiamo e iniziamo a parlare del più e del meno. Le parole fluiscono, ma c'é un certo imbarazzo nell'aria. Non riesco a smettere di pensare a quanto sia incredibile avere Sara lì con me. Ogni tanto i nostri sguardi si incrociano e il mio stomaco si contorce.

"Una cosa che proprio non sopporto è fare brutte figure di fronte agli altri" dice lei a un certo punto dei nostri discorsi vuoti, ridendo. La sua risata è contagiosa, tuttavia mi sento un po' in ansia. Una preoccupazione che mi pare del tutto non motivata. Tutto sta andando per il meglio.

"È lo stesso per me" rispondo, cercando di mantenere la calma. "Una volta, durante una cerimonia a scuola, sono scivolato e sono caduto proprio davanti a tutti. È stato davvero imbarazzante!"

Lei scoppia di nuovo a ridere, e quel suono vivace e cristallino mi fa sentire un po' più a mio agio. Mentre la cena prosegue, però, un pensiero inquietante si fa strada nella mia mente: il portafoglio. Cercando di non farmi notare da Sara, lo cerco con frenesia nella mia giacca, nelle tasche dei pantaloni, ma non lo trovo. Il panico mi assale. Come ho potuto scordarlo? Non lo posso dire a Sara, non intendo rovinare la serata. Mi alzo, con la scusa di andare ai servizi, anche se in realtà mi dirigo verso il proprietario del ristorante, seduto dietro la cassa.

"Mi scusi" dico, cercando di mantenere la voce ferma. "Ho un problema. Ho dimenticato il portafoglio e non posso pagare".

Il suo sguardo diventa serio. Il tizio comunque non si scompone.

"Mi dispiace, ma se non paga mi dovrò rivolgere alle forze dell'ordine" risponde, senza alcuna pietà. "In alternativa potrebbe chiedere di saldare il conto alla sua accompagnatrice" suggerisce.

Quella proposta mi fa gelare il sangue. Non posso fare una cosa simile a Sara! Che cosa penserà di me? Eppure non c'è scelta. Torno al tavolo, sempre più agitato. Prima che possa dire qualcosa, Sara, sorridendo, dice: "Avrei voluto farti una sorpresa e pagare io, ma ho dimenticato la carta di credito a casa. Puoi provvedere tu, per favore?”

Il mondo sembra fermarsi. La mia mente si blocca. Non posso credere a quello che sta succedendo. La mia serata da sogno si è ormai trasformata in un incubo. Con un sorriso forzato, annuisco. "Certo, non c'è problema" dico, cercando di mascherare il mio sconcerto. Poco dopo, mentre il cameriere si avvicina con il conto, mi rendo conto che la mia serata perfetta sta per prendere una piega che proprio non avevo previsto.

Mia carissima Sara, adesso inizia il divertimento...

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