Luigi Di Maio.
Osservatelo con attenzione. Guardate il suo perfetto taglio di capelli, la sua perpetua abbronzatura, l'abito impeccabile, da rappresentante di aspirapolvere,
da agente di assicurazioni, da impresario di pompe funebri. Soffermate lo
sguardo su questo bel giovanotto dalla faccia pulita, sul candidato pentastellato
che ha avuto più di trentamila voti alle primarie, mentre il suo partito conta
centoquarantamila iscritti, più di ottomilioni di voti ottenuti alla Camera alle
ultime elezioni politiche, più di settemilioni al Senato. Trentamila!
Un'enormità. Più di trentamila cittadini, tra una faccenda e l'altra, ancora in
pigiama o tra una portata e l'altra della cena, hanno trovato il tempo di
cliccare sul suo nome. Ispezionate con cura la figura di questo giovane uomo
baciato dal successo. Cercate di intravedere quei fili quasi invisibili che si
dipartono dalle sue braccia, dalle sue gambe, dalla sommità del suo capo, che
lo rendono bella marionetta, splendido pupo. Scrutate questo ragazzo in divisa,
perfetto soldatino sempre obbediente, sempre ligio agli ordini. Ammirate la sua
unicità, la sua perfetta mediocrità, la sua assoluta dedizione alla causa, la
sua malcelata sfrontatezza, la sua immensa ambizione. Il suo sorriso splendente
e falso. Scrutate il candidato con ancora più impegno, non stancatevi di farlo.
Guardatelo ma impedite che egli parli: il ragazzotto è dotato di buona, anzi
ottima favella; ma la sua è favella storpia, da massacratore di congiuntivi, da
dispensatore di luoghi comuni e aria fritta, da frequentatore di bar eleganti.
Scrutate per un'ultima
volta Luigi Di Maio, il candidato, il politico rampante, il disoccupato
eccellente, l'analfabeta di ritorno, il piacione, poi rispondete a questa
domanda: comprereste un'auto usata da quest'uomo?
Nessun commento:
Posta un commento