The shape of water (La forma dell'acqua) è il film del regista
messicano Guillermo Del Toro che ha vinto la 74° edizione della Mostra del
Cinema di Venezia. Siamo riusciti a parlare con il protagonista del film, il
Mostro, che ci ha rilasciato questa breve ma significativa intervista.
Il Mostro ci riceve
nella sua lussuosa suite d'albergo, in una città che ci è stato chiesto di non
indicare. È seduto su un divanetto. Indossa grandi occhiali scuri, ha il
cappuccio dell'abbagliante accappatoio bianco calcato sul capo. I piedi
(piedi?) calzano morbide pantofole di spugna. Il Mostro spegne il sigaro, beve
un sorso di scotch, incrocia le braccia sul petto e si accinge a rispondere
alle nostre domande.
Signor Mostro, si aspettava questo successo?
Ci speravo, anche se le
cose sono andate oltre le mie migliori aspettative. Gran parte del merito
comunque spetta a Guillermo, che ha perseguito con ostinazione il suo progetto,
e che soprattutto ha creduto in me.
Presumo che tale ringraziamento non possa essere esteso
alla produzione.
(si rabbuia). No, direi
proprio di no.
Il suo nome non appare nei titoli di coda.
No. I produttori hanno
preferito far intendere che a interpretare la mia parte sia stato un attore.
Naturalmente il bluff è durato poco.
Si è trattato di un'operazione pubblicitaria?
Assolutamente no! È
stata una scelta precisa. Ero considerato adatto per il film, ma scomodo e ingombrante
per la promozione dello stesso. Sono pur sempre un Mostro, no?
Lei proviene da una famiglia di attori.
Non proprio. Mio padre
era un operatore finanziario. Un essere schivo, riluttante a mostrarsi in
pubblico, neppure camuffato. È morto ancora giovane, a causa di una
ictioftiriasi mal curata.
Suo nonno?
Sì, lui era un attore.
Fu il protagonista de Il mostro della
laguna nera, un film di grande successo, considerato un autentico capolavoro,
una pellicola di culto. Mio nonno visse un breve momento di fama. Recitò ancora
in altri due film, La vendetta del mostro
e Terrore sul mondo, che non ebbero
però la fortuna del primo. Dopo, nessun regista lo chiamò più e lui cadde in un
profondo stato di depressione. Iniziò a bere. Soltanto l'alcol e lo stordimento
che gli provocava riuscivano a fargli dimenticare quel periodo di grande
popolarità che non sarebbe ritornato più. Fu trovato morto nella vasca da
bagno, affogato. Una fine molto amara, quasi beffarda per un uomo-pesce.
Nel film sono presenti delle scene d'amore. Ha provato
imbarazzo nel girarle?
(ride) Vuole la verità?
Più che imbarazzo ho provato ribrezzo. Mi spiego: Sally Hawkins è una
bravissima attrice, ma è piuttosto bruttina. La sua pelle troppo bianca, troppo
liscia, mi provocava una certa ripugnanza, che comunque sono riuscito a superare
anche grazie all'aiuto di Guillermo. Vede, quando accarezzo una femmina
preferisco sentire sotto i polpastrelli la ruvidità delle squame (ride di
nuovo).
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Mi piacerebbe non
rimanere confinato nelle consuete parti da mostro. Il mio sogno sarebbe quello
di interpretare un commissario di polizia. Oppure quello di lavorare con
qualcuno dei giovani registi emergenti. Che so, Wes Anderson, Xavier Dolan e, perché
no? Alejandro Inàrritu.
Adesso però mi deve
scusare, ma devo proprio andare (il mostro si agita sul divano). Ho bisogno di
sottopormi a spugnature, la mia pelle si sta asciugando troppo.
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