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sabato 23 settembre 2017

INTERVISTA CON IL MOSTRO


The shape of water (La forma dell'acqua) è il film del regista messicano Guillermo Del Toro che ha vinto la 74° edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Siamo riusciti a parlare con il protagonista del film, il Mostro, che ci ha rilasciato questa breve ma significativa intervista.

Il Mostro ci riceve nella sua lussuosa suite d'albergo, in una città che ci è stato chiesto di non indicare. È seduto su un divanetto. Indossa grandi occhiali scuri, ha il cappuccio dell'abbagliante accappatoio bianco calcato sul capo. I piedi (piedi?) calzano morbide pantofole di spugna. Il Mostro spegne il sigaro, beve un sorso di scotch, incrocia le braccia sul petto e si accinge a rispondere alle nostre domande.

Signor Mostro, si aspettava questo successo?
Ci speravo, anche se le cose sono andate oltre le mie migliori aspettative. Gran parte del merito comunque spetta a Guillermo, che ha perseguito con ostinazione il suo progetto, e che soprattutto ha creduto in me.
Presumo che tale ringraziamento non possa essere esteso alla produzione.
(si rabbuia). No, direi proprio di no.
Il suo nome non appare nei titoli di coda.
No. I produttori hanno preferito far intendere che a interpretare la mia parte sia stato un attore. Naturalmente il bluff è durato poco.
Si è trattato di un'operazione pubblicitaria?
Assolutamente no! È stata una scelta precisa. Ero considerato adatto per il film, ma scomodo e ingombrante per la promozione dello stesso. Sono pur sempre un Mostro, no?
Lei proviene da una famiglia di attori.
Non proprio. Mio padre era un operatore finanziario. Un essere schivo, riluttante a mostrarsi in pubblico, neppure camuffato. È morto ancora giovane, a causa di una ictioftiriasi mal curata.
Suo nonno?
Sì, lui era un attore. Fu il protagonista de Il mostro della laguna nera, un film di grande successo, considerato un autentico capolavoro, una pellicola di culto. Mio nonno visse un breve momento di fama. Recitò ancora in altri due film, La vendetta del mostro e Terrore sul mondo, che non ebbero però la fortuna del primo. Dopo, nessun regista lo chiamò più e lui cadde in un profondo stato di depressione. Iniziò a bere. Soltanto l'alcol e lo stordimento che gli provocava riuscivano a fargli dimenticare quel periodo di grande popolarità che non sarebbe ritornato più. Fu trovato morto nella vasca da bagno, affogato. Una fine molto amara, quasi beffarda per un uomo-pesce.
Nel film sono presenti delle scene d'amore. Ha provato imbarazzo nel girarle?
(ride) Vuole la verità? Più che imbarazzo ho provato ribrezzo. Mi spiego: Sally Hawkins è una bravissima attrice, ma è piuttosto bruttina. La sua pelle troppo bianca, troppo liscia, mi provocava una certa ripugnanza, che comunque sono riuscito a superare anche grazie all'aiuto di Guillermo. Vede, quando accarezzo una femmina preferisco sentire sotto i polpastrelli la ruvidità delle squame (ride di nuovo).
Quali sono i suoi progetti per il futuro?
Mi piacerebbe non rimanere confinato nelle consuete parti da mostro. Il mio sogno sarebbe quello di interpretare un commissario di polizia. Oppure quello di lavorare con qualcuno dei giovani registi emergenti. Che so, Wes Anderson, Xavier Dolan e, perché no? Alejandro Inàrritu.
Adesso però mi deve scusare, ma devo proprio andare (il mostro si agita sul divano). Ho bisogno di sottopormi a spugnature, la mia pelle si sta asciugando troppo.

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