Mi è stato chiesto di
scrivere queste poche righe, e io l'ho fatto. In un certo senso si può dire che
non avrei potuto esimermi dallo svolgere tale compito, pure se non si è
trattato di coercizione. Sono convinto che un rifiuto sarebbe stato percepito
come un sottrarsi a una incombenza dovuta, a un obbligo imposto da una teoria
di circostanze. Non mi si chieda se la mia apparente arrendevolezza sia dovuta
alla presenza di un certo timore, se non addirittura all'emersione di una vera
a propria paura. Non ho intenzione di rispondere. Il libero arbitrio di un
essere umano è una condizione di coscienza che permette, in qualunque caso,
l'esercizio di pensieri e atti assolutamente liberi dalla altrui volontà. Ciò
che davvero è essenziale è la propria determinazione, l'impegno personale ad
assumere una condotta che è conseguenza di riflessioni e valutazioni derivanti
in maniera esclusiva da processi mentali liberi e unici, intesi quale prerogativa
originale e irripetibile di ogni persona.
Rivendico il diritto di
pronunciare la mia verità. La vera verità, si sa, non esiste. Quasi sempre è
confusa con un'affermazione vera. Mentre la seconda si basa su elementi
oggettivi, verificabili e, nel caso, confutabili, la prima è completamente
soggettiva nonché sempre lambita di presunzione, quindi frutto di supposizioni
e congetture. La vera verità in realtà pecca di attendibilità, è per sua natura
non sincera, in quanto espressione del tutto personale.
Il mio incarico si
presenta dunque alquanto difficile, ai limiti dell'impossibile. Ho accettato
per dare prova della mia disponibilità, della mia buona volontà, per dimostrare
che non nutro preoccupazione alcuna, tuttavia mi rendo conto che tutto ciò che
potrei affermare avrebbe nessun valore.
Domando perdono a chi
ha riposto fiducia in me, a chi ha ritenuto che, messo un po' alle strette,
quasi obbligato da una forte persuasione morale, il sottoscritto potesse
esprimere il suo pensiero, un suo qualsiasi pensiero, libero da influenze e
limitazioni, proprie o culturali, che lo possano rendere davvero libero, vero.
Tutto ciò che potrei
dire sarebbe non credibile e, di conseguenza, facilmente opinabile. Insomma,
nessuno mi crederebbe. Per questa ragione taccio.
Nessun commento:
Posta un commento