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martedì 15 agosto 2017

MEGLIO TACERE


Mi è stato chiesto di scrivere queste poche righe, e io l'ho fatto. In un certo senso si può dire che non avrei potuto esimermi dallo svolgere tale compito, pure se non si è trattato di coercizione. Sono convinto che un rifiuto sarebbe stato percepito come un sottrarsi a una incombenza dovuta, a un obbligo imposto da una teoria di circostanze. Non mi si chieda se la mia apparente arrendevolezza sia dovuta alla presenza di un certo timore, se non addirittura all'emersione di una vera a propria paura. Non ho intenzione di rispondere. Il libero arbitrio di un essere umano è una condizione di coscienza che permette, in qualunque caso, l'esercizio di pensieri e atti assolutamente liberi dalla altrui volontà. Ciò che davvero è essenziale è la propria determinazione, l'impegno personale ad assumere una condotta che è conseguenza di riflessioni e valutazioni derivanti in maniera esclusiva da processi mentali liberi e unici, intesi quale prerogativa originale e irripetibile di ogni persona.
Rivendico il diritto di pronunciare la mia verità. La vera verità, si sa, non esiste. Quasi sempre è confusa con un'affermazione vera. Mentre la seconda si basa su elementi oggettivi, verificabili e, nel caso, confutabili, la prima è completamente soggettiva nonché sempre lambita di presunzione, quindi frutto di supposizioni e congetture. La vera verità in realtà pecca di attendibilità, è per sua natura non sincera, in quanto espressione del tutto personale.
Il mio incarico si presenta dunque alquanto difficile, ai limiti dell'impossibile. Ho accettato per dare prova della mia disponibilità, della mia buona volontà, per dimostrare che non nutro preoccupazione alcuna, tuttavia mi rendo conto che tutto ciò che potrei affermare avrebbe nessun valore.
Domando perdono a chi ha riposto fiducia in me, a chi ha ritenuto che, messo un po' alle strette, quasi obbligato da una forte persuasione morale, il sottoscritto potesse esprimere il suo pensiero, un suo qualsiasi pensiero, libero da influenze e limitazioni, proprie o culturali, che lo possano rendere davvero libero, vero.
Tutto ciò che potrei dire sarebbe non credibile e, di conseguenza, facilmente opinabile. Insomma, nessuno mi crederebbe. Per questa ragione taccio.  

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