Un tempo, neppure troppo lontano, si diceva che le fughe d'amore, le
cosiddette "fuitine", fossero un fenomeno diffuso in prevalenza al
Sud, un retaggio di tradizioni antiche. Ma la verità, come spesso accade, era
ben più sfumata e complessa. Queste fughe romantiche, in realtà, avvenivano un
po' dappertutto, sebbene gli epiloghi potessero variare molto da regione a
regione, da famiglia a famiglia.
Margherita e Italo, ad esempio, non erano meridionali. Erano due giovani
montanari, cresciuti tra le vette silenziose e le valli meravigliose del Nord.
Innamorati alla follia, o almeno così credevano, vivevano il loro idillio con
la consapevolezza che i rispettivi genitori, all'oscuro di tutto, non avrebbero
mai approvato la loro unione. Troppo diversi i mondi di provenienza, troppo
radicate le aspettative familiari. Decisero così di agire, e di porre i loro
cari di fronte al fatto compiuto.
Fu Italo a organizzare il piano. Essendo l'uomo, e anche un po' più grande
di Margherita, sentiva che toccava a lui prendere il controllo della situazione.
Era un inverno rigido, il freddo pungeva le ossa, eppure scelsero proprio quella
notte gelida per la loro fuga. In sella alla Vespa di Italo, il loro romantico destriero
rombante, si sarebbero diretti verso la Valle d'Aosta, la regione più vicina
alla loro, un rifugio provvisorio per il loro amore.
Partirono in gran segreto, ma il loro sogno di riserbo durò poco. Il
vecchio Bepi, l'occhio vigile del paese, li vide sfrecciare via. Erano le
cinque del mattino e lui, per buona sorte, era ancora sobrio. Un miracolo, dato
che soltanto un'ora più tardi non avrebbe riconosciuto neppure sua madre. La
notizia volò di bocca in bocca e, prima che il sole fosse alto nel cielo, i
genitori di Margherita e Italo, uniti nella preoccupazione, si presentarono dai
carabinieri per denunciare la fuga dei ragazzi. Poiché Margherita era ancora
minorenne, i militi si attivarono con immediata premura.
Nel frattempo, i due innamorati, infreddoliti e quasi assiderati dal
viaggio in Vespa, giunsero finalmente in Valle d'Aosta. Quando i carabinieri li
fermarono, pensarono si trattasse di un normale controllo di routine, invece si
ritrovarono in caserma. Lì, furono trattenuti, ma anche rifocillati con un
confortante brodo di pollo caldo, un inaspettato atto di gentilezza in una
situazione così tesa.
Non passò molto tempo prima che i loro genitori, subito avvisati,
arrivassero, con sguardi che promettevano tempesta. Caricarono la Vespa su un
furgone e, dopo aver ritirato la denuncia, riportarono i ragazzi a casa. Per
tutto il tragitto di ritorno, sotto gli sguardi severi e anche un po'
minacciosi dei parenti, Margherita e Italo non pronunciarono una sola parola.
Il silenzio era pesante, carico di rimpianto per il sogno infranto.
La storia d'amore di Margherita e Italo finì lì, in quel triste viaggio di
ritorno a casa, con grande rammarico di entrambi. Fu un capitolo breve ma
intenso nelle loro giovani vite, qualcosa di importante che avrebbero ricordato
per sempre. Per tutti gli altri, invece, la loro vicenda non è più nulla, se
non una storia raccontata ogni tanto nel bar di paese, di fronte a un bicchiere
di vino.
Un eco lontano tra le montagne della loro valle.




