Il
tempo, si sa, non fa sconti. Maria se n’era accorta più che mai da quando era
andata in pensione. Le giornate, prima scandite dal ritmo frenetico del lavoro,
si erano fatte lunghe, vuote. E in quel vuoto lei, poco alla volta, si era
persa. I capelli, prima castani e lucidi, adesso erano un groviglio informe di
ciocche grigie e arruffate. La pelle del viso, segnata da rughe profonde come
solchi, raccontava una storia di anni senza trucco, senza creme, senza la
minima cura. Gli abiti, poi, erano un capitolo a sé: sempre gli stessi da anni,
logori e stazzonati, appesi al suo corpo come sacchi vuoti.
Un
pomeriggio, mentre scorreva la bacheca di Facebook, uno dei suoi pochi
passatempi, un nome le balzò agli occhi, un ricordo lontano di un passato mai
del tutto sopito: Andrea Rossi. Proprio lui, il ragazzo che le piaceva ai tempi
della terza media. Il cuore le fece un balzo. Il suo profilo era lì, a portata
di click. Scorse le foto, i post, fino a quando i suoi occhi non si posarono
sull’indirizzo del negozio di elettrodomestici che Andrea gestiva. Non era
lontano da lei. Una decisione improvvisa, quasi un impulso irrefrenabile, la
spinse a non contattarlo online. Lo avrebbe incontrato di persona.
Cinquanta
lunghi anni erano passati, ma quell’episodio continuava a tormentarla, a
riaffiorare nella sua mente. Un pomeriggio, dopo la scuola, Andrea e un altro
compagno avevano invitato lei e la sua amica Albertina a visitare una casa
abbandonata. L’eccitazione e la paura si erano mescolate in un cocktail
inebriante. Quando erano stati sul posto, i ragazzi erano saliti ad esplorare
il piano superiore, lasciando Maria e Albertina sole in una stanza polverosa.
"Quando
scendono gli facciamo uno scherzetto" aveva detto Albertina, ridacchiando,
con quella sua aria sfrontata e disinibita che tanto la caratterizzava.
"Che
cosa?" aveva domandato Maria, la cui timidezza era un fardello pesante.
L'amica le aveva sussurrato ciò che avrebbero dovuto fare. Il viso di Maria si
era incendiato, un rossore violento le aveva invaso le guance. Un imbarazzo
così profondo da farle male, un misto di vergogna e di ribellione. Non poteva,
non ce la faceva. Non era come Albertina, lei era così timorata!
Un’improvvisa
ondata di panico l’aveva travolta. Aveva afferrato la stupefatta Albertina per
un braccio, quasi strattonandola.
"Andiamo,
dobbiamo andare via!" aveva detto con voce strozzata. E così erano
fuggite, senza nemmeno avvisare i ragazzi che, una volta tornati, le avevano
cercate invano. Quella fuga improvvisa, quella paura di osare, di lasciarsi
andare, l’aveva perseguitata per mezzo secolo.
Ora
era lì, a pochi passi dal negozio di Andrea. Il cuore le batteva forte, l’attesa
era snervante. Poi, le saracinesche si abbassarono. Un uomo uscì dal negozio e
si incamminò proprio verso di lei: Andrea. Non c’era alcun dubbio. Il tempo
l’aveva cambiato, ma in un modo benevolo. Era un uomo attraente, nonostante
l’età, con un portamento elegante e uno sguardo che conservava ancora un guizzo
giovanile.
Andrea
la vide. I suoi occhi si posarono su di lei, ma non c’era traccia di
riconoscimento. Anzi, un’espressione di imbarazzo, quasi una smorfia, gli
attraversò il viso. Poi, con un gesto inaspettato, l’uomo mise la mano in
tasca, tirò fuori alcune monete e gliele porse, prima di allontanarsi di
fretta.




.jpg)