Ho dovuto aspettare che
calassero le tenebre. Se fosse giorno, il mio tentativo non avrebbe alcuna
possibilità di riuscita. Avvolto dal silenzio, e dall'oscurità più assoluta che
un essere umano possa immaginare, mi incammino nell'ampio cortile. So che tra
pochi metri, di fronte a me, troverò una recinzione: una rete sbilenca tutta
arrugginita. Devo individuare la porticina, che so essere sempre aperta, ed
entrare. Poi, dopo avere superato quello,
dovrò uscire dalla parte opposta. Ecco, in questo consiste la mia semplice
missione. Semplice soltanto in apparenza.
(Appunto. Se è semplice non farla tanto lunga. Se semplice
invece non è, ammetti che te la stai facendo addosso per la fifa).
Apro la porticina e
sono all'interno del recinto. Sotto i miei piedi sento sfrigolare la ghiaia.
Cerco di camminare con ancora maggiore cautela. Non devo produrre il minimo
rumore. Se lui mi sentisse e si
svegliasse, sarei un uomo morto. In lontananza, sulla strada, una lampada
diffonde un po' di chiarore. Finalmente vedo che cosa ho davanti: uno spiazzo
circondato da alberi scuri, e in fondo c'è la cuccia.
(Sei impazzito? E quella sarebbe un cuccia? Ma l'hai vista
bene? È alta quasi due metri! Immagina chi ci può essere dentro una casetta di
tali dimensioni, e dopo che l'hai fatto... tanti auguri!).
Procedo un passo dopo
l'altro, con estrema attenzione, quasi al rallentatore. Subito dietro la
cuccia, quell'enorme cuccia, scorgo l'altra porta, quella dalla quale dovrò
uscire, e che sarà, dovrà essere, aperta.
(Ti hanno detto che è aperta, e forse sarà così, ma se non
lo fosse rimarresti intrappolato nel recinto in bella compagnia!)
Devo per forza passare
davanti alla cuccia. Ecco, ci sono. Lancio un'occhiata all'apertura, una enorme
bocca nera. All'interno intravedo una massa pelosa che pulsa seguendo un ritmo
regolare. Mi fermo e ne resto quasi ipnotizzato. Sento puzza, non un normale
odore di cane, ma un forte afrore, lo stesso puzzo che potrebbe esserci
all'inferno.
(E ti stupisci pure? Muovi in fretta quelle cazzo di
gambette o sei spacciato!)
Riprendo a muovermi e
raggiungo l'altra porticina. Ce l'ho quasi fatta. Tra pochi istanti sarò in
salvo e avrò fatto ciò che dovevo fare, ciò che doveva essere fatto. Metto la
mano sulla maniglia, che scatta, ma la porta non si apre. Guardo meglio e noto la
presenza di una grossa catena che la tiene chiusa. Questo non mi era stato
detto. Il panico mi invade. Non posso tornare indietro, perché non si può, e
non posso uscire. Le mie viscere si sciolgono, inizio a sudare in maniera
copiosa. Poi perdo il controllo e inizio a scuotere violentemente la porta
facendo un baccano del diavolo.
(Complimenti! E adesso? Adesso se si sveglia il tuo amico sono
proprio cazzi tuoi!)
Sento qualcosa che si
muove nella cuccia. Qualcuno. Unghie, grosse unghie che grattano sul fondo di
legno della casetta. Poi quello si affaccia.
(Ti avevo avvisato, bello mio! E adesso non venirmi a dire
che ti ritrovi di fronte un cane più alto di te, che ringhia e sbava e che non
vede l'ora di saltarti addosso e sbranarti! Adesso è troppo tardi!)
Esce, e me lo trovo
davanti. È più alto di me, ed è mostruoso. Mai vista una belva simile. Ha le
labbra arricciate, i denti, lunghi come sciabole, sono completamente snudati.
Dalla sua gola proviene un ringhio sommesso. E poi la bava, quanta bava!
Rimaniamo per qualche secondo immobili, a guardarci negli occhi. I suoi sono
rossi. Poi la bestia immonda scatta e, con un solo balzo, mi agguanta il torace
con le fauci possenti e inizia a sbranare. E io inizio a tossire e tossire.
Sollevo di scatto la testa dal cuscino e, seduto sul letto, continuo a tossire
tossire tossire...
Mai svegliare il can
che dorme.
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