Alcune brevi
considerazioni su Maria Elena Boschi, ex ministra del governo Renzi e attuale
sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio del gabinetto Gentiloni, riguardo
a quanto affermato nel suo nuovo libro dal giornalista Ferruccio De Bortoli. La
questione è il presunto interessamento, della Boschi presso Unicredit, circa
l'eventuale acquisto di Banca Etruria da parte di quest'ultima. L'ex
amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, tirato in ballo, non
ha smentito né ha confermato, si è limitato a tacere. Sembra tuttavia
confermato che incontri tra la ministra e l'AD di Unicredit ci siano stati,
tanto che la banca (uno tra i primi gruppi di credito italiani ed europei) avviò delle valutazioni su tale possibile acquisizione che però si conclusero con
un nulla di fatto.
Intendiamoci, che il governo intervenga per cercare di
risolvere delle situazioni di crisi (Banca Etruria stava fallendo) che, come in
questo caso, avrebbero potuto mettere a rischio risparmiatori e lavoratori, è del
tutto lecito e doveroso. Che sia opportuno che questa operazione sia stata
messa in atto dall'allora ministra Boschi è tutt'altro paio di maniche. Vediamo
il perché.
Maria Elena Boschi fu nominata ministra nel febbraio
del 2014. Il padre Pier Luigi, fino ad allora consigliere di amministrazione
della banca toscana, due mesi dopo è promosso alla vice-presidenza della
stessa. A quel punto si viene a creare un conflitto di interessi significativo,
che probabilmente toccava al genitore risolvere immediatamente, rifiutando la
carica. Questo non è avvenuto.
Poco tempo dopo, nel pieno delle varie crisi bancarie,
la ministra Boschi interviene in Parlamento negando ogni suo interessamento a
proposito di qualsiasi questione a riguardo. La Boschi, d'altra parte,
ricopriva l'incarico di ministra delle Riforme e dei Rapporti con il
Parlamento, ruolo che ben poco aveva a che fare con temi di banche e finanza.
Ricapitolando: un conflitto di interessi evidente, una
probabile ingerenza (pur senza pressioni) non giustificata, una affermazione
non veritiera fatta in Parlamento, di fronte a tutti i cittadini.
Il risultato finale di tutto ciò è che Maria Elena
Boschi si è trasformata in poco tempo da ambiziosa e brillante donna in
carriera in palla al piede per il Partito democratico e in special modo per l'appena
rieletto segretario Matteo Renzi, con il quale ha sempre avuto un rapporto
privilegiato, e quest'ultimo si viene a trovare nella scomoda posizione di doverla
difendere ancora una volta, pagando però un costo politico che potrebbe essere
rilevante.
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