Sarà di sicuro capitato
a tutti, una volta o l'altra, di dover soffrire di insonnia. Si tratta, senza
dubbio, di una esperienza per nulla gradevole. Ci si gira e ci si rigira da un
lato all'altro del letto, le lenzuola diventano roventi. Un minuto dopo l'altro
aumentano l'apprensione e l'ansia per il mancato riposo e per la conseguente
impossibilità di essere in condizione di affrontare la giornata successiva.
Insomma, un vero e proprio incubo a occhi, purtroppo, spalancati.
Che cosa si può fare in
questi casi? Si ricorre ai soliti accorgimenti. Ci si alza dal letto, si bevono
uno o più bicchieri d'acqua, ci si mette a leggere oppure ad ascoltare musica,
ci si affaccia alla finestra e si assiste, sempre più turbati, alla serenità
della città che dorme. Alla fine, in ogni caso, tutto si rivela inutile.
Abbattuti, ormai disperati, si torna a letto sconfitti e ci si accinge a
ricominciare la dura battaglia contro le coperte e l'abbandono che non vuole
arrivare.
Quando poi lo sconforto
raggiunge il suo culmine arriva improvvisa l'illuminazione. Per quale ragione
non avvalersi di quell'antico metodo per prendere sonno, sempre deriso e
vituperato, vale a dire contare le pecore? Allora ci si concentra, o si tenta
di farlo. Ci si immagina un recinto, all'interno del quale c'è un numeroso
gregge di pecore ben pasciute, belanti e con il vello generoso. Tuttavia le
bestie lanose proprio non ne vogliono sapere di saltare lo steccato. Sono
troppo pesanti, non ce la fanno. Si cerca di controllare il nervosismo
subentrante e si cerca una soluzione. Il recinto, guarda caso, ha una porta.
Mentalmente la si apre e si invita il primo animale ad oltrepassarne la soglia.
La pecora esce, subito seguita da un'altra, e poi da un'altra ancora. Inizia il
conteggio, quel magico computo che dovrebbe assicurare l'oblio. Ci si comincia
a rilassare. Ma poi qualcosa va storto. La prima pecora uscita torna indietro,
si scontra con quella che la segue. La maledetta vuole tornare nel recinto! Nel
giro di pochi secondi nell'ammasso di ovini belanti si crea il caos, il gregge
si trasforma in un inestricabile garbuglio. Il conteggio è ormai compromesso.
La pecora con il muso nero è già stata contata oppure no? E quella con il manto
giallastro? E l'ariete, da dove diavolo è spuntato l'ariete? Si inizia di nuovo
a sudare, a rivoltarsi da una parte all'altra del letto, l'affanno torna ad
aumentare e il temuto trillo della sveglia si avvicina sempre di più. Ci assale il panico. Nulla da fare, anche contare le pecore non è servito. Poi subentra
un pensiero, una riflessione sciocca eppure curiosa. E una domanda: chi o che
cosa contano le pecore quando soffrono di insonnia? Nessuno si è mai posto tale
interrogativo. Eppure si tratta di qualcosa di intrigante, addirittura
affascinante. E dunque lo si immagina sotto tutti i suoi aspetti, tutte le sue
numerose e complesse implicazioni. E a questo punto, di colpo e del tutto
inaspettato, subentra finalmente il sonno.
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