Sono in pieno
svolgimento le primarie del Partito Democratico, consultazione tra iscritti e
simpatizzanti per la scelta del segretario e dei componenti dell'Assemblea
Nazionale. Si tratta, senza dubbio, di un momento democratico molto importante.
Il PD è l'unico movimento politico italiano che utilizza tale strumento ed è
pure il solo partito attuale che, pur tra mille problemi, conserva al suo
interno un dibattito politico autenticamente libero e democratico. Anche in
questa giornata non sono mancate le polemiche, rinfocolate soprattutto da Beppe
Grillo, il quale ha definito le consultazioni del PD "elezioni a
pagamento" e le ha messe a confronto con le famigerate primarie on-line
messe in pratica dal suo partito (perché di partito si tratta e non di
movimento come viene fatto credere) che spesso hanno sfiorato il ridicolo causa
il numero irrisorio di partecipanti. Grillo dimentica che il suo partito (e suo
sta per "di sua proprietà") il segretario neppure ce l'ha, e tantomeno
un'Assemblea Nazionale, mentre ha invece uno (o più) padroni. Ma lasciamo da
parte le stupide diatribe e andiamo al seggio.
Giunto di fronte al
circolo sede della consultazione ho un sobbalzo: la fila di persone inizia
sulla strada per proseguire su una scala e infine nel locale deputato al voto.
Un'affluenza alta, ben oltre le previsioni della vigilia. Unica nota stonata è
l'età media dei partecipanti al voto: sui sessant'anni. Dove sono i giovani?
Che cosa fanno e, soprattutto, che cosa pensano? Mentre attendo con pazienza il
mio turno un uomo mi si avvicina.
"Sembra che ci sia
l'intera federazione giovanile" dice con ironia. Poi prosegue: "Mi
scusi, ma la mia era soltanto una battuta. D'altra parte io ho
ottant'anni". Lo guardo bene. Non ne dimostra più di settanta.
Il tempo passa. Prima
un quarto d'ora, poi mezz'ora, e io sono sempre in rassegnata attesa. Qualcuno,
tra le persone che aspettano, comincia a brontolare. Qualcun'altro manifesta evidenti
segni di insofferenza. Si sa, aspettare non è piacevole. In piedi, per giunta.
Il brusio si alza di tono. In un angolo, seduta su una sedia che qualche
volenteroso ha procurato, c'è una signora anziana, molto anziana, con evidenti
problemi di deambulazione, che tuttavia non ha voluto rinunciare ad esprimere
il suo voto. A un tratto la donna si alza in piedi, con fatica. In una mano
stringe il certificato elettorale, necessario per poter votare, nell'altra
impugna un bastone. Lo agita verso i più impazienti e dice: "Bisogna
venire a votare con lo spirito giusto, altrimenti è meglio rimanere a
casa". Tutti zitti e la coda, come per miracolo, inizia a procedere più spedita.
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