Bonaccia. Calma piatta.
Nulla si muove, tutto è immobile.
Su una cosa l'ex
premier Matteo Renzi aveva ragione: disse che in caso di vittoria dei no al
referendum costituzionale l'Italia sarebbe tornata indietro di dieci,
vent'anni. E così è stato.
I fenomeni di
corruzione hanno ripreso a dilagare e appaiono inarrestabili.
Il Parlamento langue,
incapace di svolgere il proprio ruolo. Si dibatte, a vuoto, su stipendi e
vitalizi dei parlamentari, e ci si scorda che tali temi, che pur solleticano il
populismo anti-casta, sono del tutto privi di sostanza, ai limiti
dell'irrilevanza. Sono noiosi. Diamo ai rappresentanti dei cittadini il giusto
compenso (in linea con le retribuzioni medie degli stati europei), concediamo
loro la pensione (alla giusta età e in proporzione ai contributi versati) ma
soprattutto costringiamoli a lavorare, e a farlo bene, occupandosi di
provvedimenti che sarebbero essenziali per il paese e che invece giacciono
dimenticati.
Un esempio tra tutti:
si è rimasti per mesi in attesa del pronunciamento della Consulta riguardo la
nuova legge elettorale. Si diceva: dopo tale sentenza si faranno un paio di
ritocchi, necessari per rendere omogenee le leggi tra Camera a Senato, tempo
necessario non più di un mese, dopodiché subito al voto. Nessun ritocco è stato
fatto, non si ha idea di quando si potrà votare, e in ogni caso è facilmente
prevedibile che l'esito delle elezioni non darà nessun vincitore. Nuova e
ancora maggiore instabilità, a quel punto, e minaccia concreta di nuovi
attacchi speculativi da parte della finanza internazionale. Con l'Europa che
continua a stringere la morsa dell'austerità e si trova di fronte, quale
interlocutore, un governo debole e che naviga a vista, al di là della serietà e
dell'impegno che devono essere riconosciuti all'attuale primo ministro.
Bonaccia. Calma piatta.
Aspettando l'arrivo di nuove tempeste.
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