Non illudetevi: non
avrete mai la possibilità di esprimere il vostro voto di preferenza a favore di
quel vostro vicino di casa onesto e rispettabile che fa il falegname, non
potrete mai votare per quel bonaccione di vostro zio Nicola, oppure per il
vostro simpatico cane Tommy. No, questo non si verificherà mai. Mai vi si
presenterà l'occasione di votare in tale maniera, illusoria e soltanto in
apparenza libera. Si discute molto sull'opportunità di reintrodurre il voto di preferenza
sulla scheda elettorale. Si tratta di un dibattito molto acceso che, in realtà,
non conduce a nulla se non a rafforzare e alimentare uno dei tanti falsi miti
della democrazia: la preferenza. La scelta dei candidati è fatta dai partiti,
organizzazioni indispensabili di intermediazione tra rappresentati e loro
rappresentanti. Dei partiti, in un sistema politico davvero democratico, non se
ne può fare a meno. Condizione essenziale, naturalmente, è che i partiti siano
plurali. È indispensabile quindi che gli elettori si affidino ai partiti riguardo
alla selezione della classe politica che li dovrà rappresentare. Quando
l'elettore esprimerà il proprio voto alla lista prescelta, in quel voto
dovrà essere implicito il giudizio sulla bontà o meno del processo di selezione
attuato. Tra avere la possibilità di non esprimere alcuna preferenza (è il caso
delle liste bloccate) oppure quella di poterne esprimere una (le preferenze
multiple sono state bocciate anni fa da un referendum abrogativo, per ovvi motivi
legati al loro favorire corruzione, clientele e voto di scambio) la differenza
è minima, in ogni caso di scarso rilievo. Ciò che conta veramente è la qualità
del processo di selezione della classe politica che, come detto, non può che essere
operato dai partiti e sottoposto alla verifica degli elettori attraverso il
voto. E, di conseguenza, occorre evitare derive minoritarie, fantasiose e anche
pericolose comunque incompatibili con un sistema politico democratico, quali la
scelta di candidati per mezzo della rete, opzione tanto cara a un certo
movimento politico.
Non illudetevi: con il
voto non potrete mai scegliere il vostro vicino di casa, quell'amabile persona
che continuerà a fare il falegname, mestiere in cui è tanto bravo. E neppure preferire
il buon zio Nicola, che seguiterà a godersi la meritata pensione. Tanto meno toccherà
al vostro amato cagnolino Tommy, perché cani in politica non ce ne sono, mentre
purtroppo continueranno a esistere tanti politici cani, scelti o meno con il
voto di preferenza.
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