Si svegliò tutto
intirizzito. Guardò l'ora: erano le quattro del mattino. Decise di alzarsi per
andare in bagno. Appena appoggiò i piedi a terra si rese conto che il pavimento
era gelido. Rabbrividì. Entrare in bagno fu come entrare in un frigorifero.
Urinò osservando con stupore il sottile strato di brina che si era formato
sulle piastrelle. Azionò lo sciacquone ma non accadde nulla. Sollevò il
coperchio del serbatoio: l'acqua era in parte gelata. Scosse il capo, poi andò
a controllare la caldaia. Era accesa al minimo, anche se in apparenza non
produceva alcun effetto. Alzò la temperatura al massimo.
Il giorno prima, alla
radio, avevano detto che ci sarebbe stata una lieve diminuzione della
temperatura. Si erano sbagliati, come accadeva spesso. La temperatura era
precipitata. Le sue membra erano ormai completamente intorpidite per il freddo,
quindi decise di tornare a letto. Prima di farlo aprì l'armadio, prese due
pesanti coperte e le stese sul letto, poi si tuffò sotto le coltri, nella
speranza di riuscire a riscaldarsi un po' e riprendere sonno. Non ci riuscì. Si
assopì soltanto per brevi periodi, il sonno tormentato da sogni nauseanti.
Quando finalmente crollò fu ridestato dall'insistente suono della sveglia.
Spalancò gli occhi, si
massaggiò a lungo il naso, diventato quasi insensibile, poi si alzò. Indossò
due paia di calze, e aggiunse un paio di spessi calzettoni da montagna. Indossò
i pantaloni su quelli del pigiama, una camicia felpata, due maglioni e un
giaccone. Infine i guanti e un berretto, ma continuava a sentire molto freddo.
Andò in cucina, con l'intenzione di preparare una bevanda calda. Aprì la
manopola del gas, ma non accadde nulla. Notò che anche la caldaia si era
spenta. Allora scaldò un tazzone d'acqua nel forno a microonde e si preparò un
caffè solubile. Lo bevve bollente. Il beneficio durò poco. Cercò di aprire la
finestra ma non ci riuscì, la serratura era gelata. La riscaldò usando un
accendino finché non riuscì a forzarne l'apertura. Scostò a fatica le imposte e
guardò fuori. La strada era ricoperta da uno spesso strato di brina. Non
c'erano automobili, non c'erano passanti. Richiuse la finestra e la sigillò
usando degli strofinacci. Accese la radio: si sentiva soltanto un debole
ronzio. Provò con la televisione e sullo schermo apparve la desolante scritta:
nessun segnale. Il freddo aumentò ancora e iniziò a tremare. Decise di
prepararsi un altro beverone caldo ma dal rubinetto non usciva più acqua. Cercò
disperato una bottiglia di acqua minerale ma non la trovò. Si sedette al tavolo
della cucina, la testa tra le mani. Poi si riscosse e afferrò il telefono.
Digitò il numero dell'ufficio ma la linea era muta. In un accesso di rabbia
scagliò a terra il telefono. Poi cercò di calmarsi. Si trattava di aspettare.
Tra breve sarebbe sorto il sole, acqua e gas sarebbero state ripristinate.
Trascorse quasi mezz'ora ma non accadde nulla. Anzi, il freddo aumentò ancora
di più. Batteva i denti, le spalle erano rigide, non sentiva quasi più le
gambe. Riacquistò un po' di lucidità. Tornò nella stanza da letto, prese una
pesante sciarpa e se la avvolse intorno al viso. Tolse il piumone e lo
drappeggiò attorno al corpo. Andò in salotto e si distese sul divano. Proprio
in quel momento le luci si spensero. Chiuse gli occhi. Strano, pensò. A causa del
freddo non era riuscito a dormire. Adesso che il freddo era notevolmente
aumentato, aveva sonno. Quasi senza rendersene conto si assopì. E fu la sua ultima
volta.
Le navi arrivarono il
giorno dopo. Erano milioni di enormi vascelli, e oscurarono il cielo. Si
posarono ovunque sul suolo ghiacciato. Iniziarono rapide le operazioni di
stivatura.
Un essere mostruoso -
oppure solamente diverso - si fa strada nell'ingresso di un palazzo. Sale le
scale, dai gradini rivestiti di uno spesso strato di ghiaccio, e sfonda la
porta di un appartamento. Vi si introduce, si guarda attorno. La cucina è
vuota, e così la stanza da letto. In salotto una forma allungata, ricoperta di
ghiaccio, è adagiata su un divano. L'essere la stacca dal giaciglio, la solleva
senza alcuno sforzo e la passa a un compagno che nel frattempo lo ha raggiunto.
Al termine
dell'operazione, che dovrà essere molto rapida, ci saranno scorte per non più sei
mesi, riflette tra sé l'essere mostruoso o forse semplicemente diverso. Poi si dovrà ricominciare a cercare, pensa. E nel frattempo ci si dovrà nutrire solo di cibo congelato. Quanto sono odiosi, i cibi surgelati!
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