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sabato 15 ottobre 2016

PRONTO?


Alle nove di sera squilla il cellulare. Guardo il display: numero sconosciuto. Le scelte possibili: non rispondere oppure rispondere affrontando il rischio di essere molestato da qualche operatore di call-center. Di solito prediligo la seconda opzione e stronco la chiamata sul nascere. Ma oggi, a differenza di sempre, mi sento in vena. Decido così di replicare trasformando la seccatura in divertimento. Leggera pressione del pollice sul tasto verde. Una voce femminile, ben impostata, con vago accento dell'Europa dell'est.
"Pronto? Sono Irina di Metrotel. Parlo con il signor Giulio?"
La blocco prima che inizi a snocciolare imperdibili offerte riguardo il contratto telefonico.
"Mi dispiace, il signor Giulio non c'è" dico con tono costernato.
"Oh! E quando lo potrei trovare?" domanda la ragazza.
Emetto un lungo sospiro nell'apparecchio.
"Il signor Giulio è mio fratello. È andato via".
"Quando torna? Quando posso parlare con lui?"
"Non le so dire quando torna. Lo vorrei sapere anch'io. Mio fratello è scappato".
"Scappato?"
"Proprio così. Ha abbandonato moglie e tre figli ed è sparito. Non ha portato con sé il telefono. Ho risposto sperando che fosse lui e che avesse finalmente deciso di farci avere sue notizie".
"Mi scusi..."
"Non si preoccupi. La moglie, mia cognata, è disperata. Sa, per i soldi. Chi porterà i soldi a casa? Cioè, non che mio fratello di soldi a casa ne portasse poi tanti. A lui piace giocare: poker, slot, scommesse, insomma tutte quelle cose lì. In pratica si è sempre mangiato tutti i suoi guadagni. Ma è pur sempre il capofamiglia, un padre affettuoso anche se non molto presente".
"Allora..."
"Aspetti. La faccenda più grave è che mio fratello è pure un gran puttaniere. Non lascia trascorrere una sera senza farsi un giretto al parco, quello vicino al fiume. Lo conosce? No, credo di no, perché lei starà chiamando dall'Ucraina o dalla Romania, come fa a conoscere il parco vicino al fiume? In ogni caso in quel posto non c'è che l'imbarazzo della scelta: bianche, nere, gialle, e alcune di loro credo siano sue connazionali. Senza offesa, naturalmente".
"Signore..."
"Un attimo, non ho ancora finito. Poco tempo fa Giulio si è preso una sbandata per una puttana brasiliana che ha incontrato proprio in quel lurido posto, quello che lei non conosce perché chiama dall'altro mondo. Io l'ho vista, quella. Era con mio fratello in un centro commerciale, di sicuro lei gli stava spillando gli ultimi soldi, soldi sottratti a quelle povere anime dei miei nipoti. Le ho già parlato dei miei nipoti? Sono tre, come le ho detto, e sono gli unici che ho. Sono un po' stronzi, perché ogni volta che mi vedono mi chiedono soldi, ma io gli voglio bene lo stesso. Il fatto è che tutti hanno preso dalla madre, quella baldracca di mia cognata, e in particolare hanno ereditato la sua perfidia. Oltre che la sua incredibile bruttezza".
"Va bene..."
"Va bene un cazzo. Aspetti, che ho quasi finito. Non sia impaziente, cerchi di comprendere il mio stato d'animo, e il mio dolore. Le stavo raccontando del centro commerciale. Io li ho visti, mano nella mano, mentre loro non hanno visto me. Mi sono nascosto dietro a uno scaffale e li ho osservati. Cioè, ho esaminato lei, perché mio fratello so com'é fatto. É una sventola, alta quasi venti centimetri più di quel tappo di Giulio. Capelli neri, lunghi e crespi. Labbra e tette rifatte e strafatte, due cosce che non finiscono più. Una meraviglia. Sono rimasto nel mio nascondiglio finché non si sono allontanati, però il giorno dopo ho telefonato a mio fratello, ho chiesto spiegazioni. Lui non si è scomposto più di tanto, si è solo raccomandato di non dire nulla alla moglie. Esortazione del tutto inutile perché io non parlo con quella cretina da più di dieci anni. Al termine della conversazione tuttavia Giulio mi ha detto una cosa che mi ha sconvolto".
"Eh? Che cosa?"
"Vede? Vede che si sta incuriosendo? Ah! Povero me! Sa che cosa mi ha detto Giulio? Davvero lo vuole sapere? E va bene, il disgraziato mi ha detto che quella stangona, quella donna stupenda... in realtà non è proprio una donna".
"Oh!"
"Parliamoci chiaro: quel puttanone ha tutte le cose a posto, e anche qualcosa in più. Il problema è proprio rappresentato da quel qualcosa in più. Insomma, ha il pisello. Si chiama Rodrigo ed è un transessuale. Un bel transessuale che non ha nessuna intenzione di privarsi dell'accessorio. Il giorno dopo il nostro colloquio, Giulio è sparito. La moglie e i figli sono convinti che prima o poi ritornerà, mentre io non sono dello stesso avviso".
"Ascolti..."
"No, ascolti me, piuttosto. E mi lasci finire. Io sono persuaso che mio fratello sia in Brasile, a spassarsela con il suo amico/amica carioca o paulista. Il mio convincimento si basa sull'ultima cosa che Giulio mi ha detto quel giorno, quando ci siamo sentiti al telefono. Mi rivelato un segreto, qualcosa che non ha mai confessato a nessuno, tanto meno ai suoi familiari. Mi ha detto che a lui le donne non sono mai piaciute, che lui è omosessuale!"
Click!
L'ucraina o romena che sia non ha retto all'ultima rivelazione e ha finalmente riattaccato. Guardo l'orologio. Le ho fatto perdere quasi venti minuti, senza che lei abbia potuto dire una sola parola, senza che abbia potuto parlare delle sue odiose offerte. Sono soddisfatto, e mi rilasso stendendomi sul divano. Poi, all'improvviso, sono colto da un senso di colpa. Penso che quella poveretta stava facendo il suo lavoro e che io mi sono fatto beffe di lei. Rifletto ancora un attimo, poi esplodo in una risata che fa tremare le pareti.


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