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domenica 16 ottobre 2016

IL PAPA STRANIERO


Ancora un'altra riunione di giunta con all'ordine del giorno sempre lo stesso punto, nonché unico: trovare un assessore al bilancio. Tutto il resto può aspettare.
"Perché si è dimesso?" domanda alla sindaca l'assessore all'urbanistica. "Avevi detto che era un tuo amico".
"Lo era, adesso non lo è più"risponde lei, indispettita come suo solito.
"Non lo poteva dire prima che non se la sentiva?"
"Ha voluto provare".
"Ma ha lasciato dopo ventiquattro ore!"
"Non gli sarà piaciuto l'ufficio, oppure la sedia non era abbastanza comoda" dice l'assessore alla viabilità.
La sindaca sbatte il pugno sul tavolo.
"Che botta, sindaca!" esclama sorpreso l'assessore alla cultura.
Lei sorride compiaciuta.
"È per via dell'anello" dice, e mostra a tutti un enorme anello al dito medio. "Lo uso anche per firmare".
"Non usi la penna?"
"Quale penna? Noi ci dobbiamo distinguere, noi siamo il nuovo che avanza. Adesso però basta perdere tempo".
La sindaca si rivolge al servile vicesindaco, seduto in silenzio alla sua destra.
"Tu! Prendi subito un altro curriculum!"
Il poveretto ubbidisce. Apre un cassetto, lo esplora a lungo con la mano, infine estrae un foglio sgualcito.
"È l'ultimo rimasto" dice con mestizia.
"Di già?" dice l'assessore all'arredo urbano.
"Leggilo e informaci" ordina perentoria la sindaca. Un sorrisetto antipatico le illumina il volto topesco.
Il vicesindaco scorre rapidamente le poche righe.
"Si tratta di una persona molto esperta" dice.
"In che senso?"
"È anziano".
"Qual è la sua attività attuale?"
"Non è una vera e propria attività, piuttosto un passatempo".
La sindaca, all'improvviso, schiaffeggia il suo vice.
"Ahi!"
"Leggi tutto, e sbrigati!"
"Romeo De Nardi, settantasette anni, ha lavorato per quarant'anni alle poste nel reparto smistamento. Da quando è in pensione si occupa dell'amministrazione del condominio in cui vive, dodici appartamenti in tutto compreso il suo. Si offre per fare l'assessore al bilancio, dice che una città, seppur grande, non è altro che un insieme di condomini. Questo è tutto".
"Mangialo" dice la sindaca.
"Eh?"
"Mangia quel foglio" ribadisce con un sibilo. L'altro esegue, masticando lentamente.
"Ho bisogno di proposte" dice la sindaca, rivolta ai componenti della giunta.
Prende la parola l'assessore alla viabilità.
"Cara sindaca, dobbiamo uscire..."
"Andiamo sul tetto?"
"Eh? No, niente tetto. Intendevo dire che dobbiamo uscire da questa difficoltà con un'idea originale. Avrei pensato a un papa straniero".
"Sarebbe?"
"Prenderemo il nostro assessore all'estero".
"Come nel calcio!" esclama con entusiasmo l'assessore ai servizi sociali.
"Prendiamo un brasiliano!"
"No, un argentino!"
"Meglio i tedeschi, sono più affidabili".
"Zitti tutti!" grida la sindaca. Poi si rivolge al proponente.
"Hai qualche idea precisa?"
"Sì. Ci sarebbe quel greco, Varoufakis. Pare sia uno in gamba, con le palle, ed è molto titolato".
"Ma è comunista!" dice l'assessore ai lavori pubblici.
"Però è molto affascinante" dice l'assessora all'ambiente, che interviene per la prima volta.
La sindaca la guarda.
"Che cosa vorresti dire?"
"Niente, che è bello".
"Dove li hai presi quei grossi braccialetti?"
"Questi? Al mercato delle pulci. Ti piacciono?"
"Sembrano delle manette".
L'assessora all'ambiente sbianca.
"Allora, non ce ne può fregare di meno che quel greco sia comunista. Noi non abbiamo alcun pregiudizio" riprende la sindaca. "Ricordatevi che noi siamo il nuovo che avanza. Piuttosto, quel Varouqualcosa è libero?"
"Altroché se è libero!" esclama con entusiasmo l'assessore alla viabilità. Da quando si è dimesso per contrasti con il suo capo di governo non ha più assunto alcun incarico".
La sindaca lo interrompe. La sua espressione è torva.
"Un capo di governo è come un sindaco?" domanda.
"Più o meno" risponde l'assessore stringendosi nelle spalle.
"E hai detto che si è dimesso?"
"Sì".
"Ne ho abbastanza di persone con le dimissioni facili!" sbraita la sindaca. "Bocciato!"
"Io non mi dimetterei mai" dice con voce soave l'assessora all'ambiente.
"Ti toccherà farlo quando andrai in galera!" la gela la sindaca. L'altra assume un broncio offeso.
"Ascoltatemi tutti" richiama l'attenzione si di sé l'assessore all'urbanistica. "Mi piace l'idea del papa straniero. La mia proposta vi strabilierà. Perché non cerchiamo di convincere Barack Obama?"
"Obama?" ripetono in coro tutti i componenti della giunta. La sindaca è rimasta a bocca aperta. L'assessore all'urbanistica ne approfitta per proseguire.
"Riflettete bene: il presidente Obama tra poco tempo sarà libero da qualsiasi impegno. Per un uomo che ha governato il più grande stato al mondo sarà un giochetto fare quadrare i conti del nostro comune. E poi si tratta di una personalità di grande prestigio, inattaccabile sotto qualsiasi punto di vista".
"Chiederà un sacco di soldi! Noi abbiamo le casse le vuote" dice preoccupato l'assessore all'arredo urbano.
"Figurati! Stiamo parlando di un prossimo disoccupato. Quando si cerca un lavoro non si guarda troppo per il sottile. Deve sfamare la famiglia pure lui. E poi, potremmo sempre pagarlo... in nero!"
Qualcuno ride.
"Bene" dice la sindaca. L'idea mi piace. É forte e spregiudicata, degna di un movimento che rappresenta il nuovo che avanza. Chi si incarica di contattare il presidente Obama?"
Gli assessori si guardano a lungo prima di rispondere.
"Io non parlo l'inglese".
"Neppure io"
"Dove lo prendiamo il suo numero di telefono?"
"Per chiamare in America ci vuole il prefisso?"
"E se risponde la moglie?"
Altra manata sul tavolo. Tutti zitti.
"Basta così! Sono stanca, voi incapaci mi farete invecchiare prima del tempo".
"Ha parlato il genio" sussurra l'assessore ai servizi sociali.
"Ho bisogno di rilassarmi" dice la sindaca. "Adesso vado sul tetto".

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