Un anno fa. Cuba invia
squadre di medici in Italia, a Torino e a Crema, per aiutare i sanitari italiani
nella lotta contro il coronavirus. I medici cubani si dimostrano competenti ed
efficienti, e quando all'inizio dell'estate fanno ritorno al loro paese sono
salutati dalla popolazione con riconoscenza, una gratitudine contrapposta all'assordante
silenzio delle autorità istituzionali.
Oggi. L'Italia vota,
presso il Consiglio dei diritti umani dell'ONU, contro una risoluzione di
condanna degli embarghi unilaterali e del loro impatto sui diritti umani dei
paesi che li subiscono, tra i quali c'è Cuba. Anche Francia e Germania, come
altri paesi europei, sono allineate alle politiche sanzionatorie degli Stati
Uniti.
L'embargo contro Cuba
ha origini che si fa fatica a ricordare. Nasce all'indomani della rivoluzione
castrista e ha motivazioni esclusivamente politiche.
Va bene, manteniamo
all'infinito le sanzioni nei confronti dell'isola caraibica, tuttavia si inizino
ad applicare analoghe misure o che si esprima con forza la stessa condanna nei
confronti anche di altri paesi. A cominciare dalla Turchia, dittatura
teocratica camuffata malamente da democrazia, responsabile di non concedere una
sedia a Ursula von der Leyen ma soprattutto di mille quotidiane nefandezze ben
più gravi, per proseguire con l'Egitto, che ha massacrato il nostro ricercatore
Giulio Regeni e che continua a nascondere la verità, per non parlare del
trattamento riservato a Patrick Zaki e a tutti gli oppositori politici. E che
dire dell'Arabia Saudita, paese dove non esiste il minimo rispetto dei diritti
umani omaggiata e riverita da ex presidenti del consiglio italiani, e della
Russia dell'autocrate Putin?
Oltretutto, Turchia,
Egitto e Arabia Saudita i medici per combattere l'epidemia in Italia mica li
avevano inviati... La Russia invece sì, aveva mandato degli esperti di
logistica, ma è molto probabile che fossero spie...
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