Due amici. Una serata
come tante.
"Centoventi anni
in due!" esclama Giorgio all'improvviso. "Chi lo direbbe?" Poi
beve.
"Tutti, lo
direbbero!" risponde Ennio. "Guarda, siamo due catorci!" Poi
beve pure lui.
"Su una cosa però
siamo d'accordo, vero?"
"Certo!"
"Basta
donne!" intonano quasi all'unisono i due. Poi risate.
"A proposito di
donne... Ennio, raccontami quella della partita..."
"È roba vecchia e
preferisco non farlo..."
"Ciò che riguarda
noi è tutta roba vecchia! Però quella volta sei stato davvero forte: una donna,
una bellissima donna, ti telefona e ti dice che ti sta aspettando, già a letto
e con indosso una sottoveste trasparente. E tu che fai? Tu le dici che stai
guardando la partita, non una partita qualunque, ma la finale della Coppa dei Campioni,
e che sarai da lei appena l'arbitro avrà fischiato la fine. Lei riattacca. Sfiga
vuole che la partita va ai supplementari e poi ai rigori, allora ti rassegni e
non provi neppure a richiamarla. Nessun rimpianto? Lo rifaresti?"
"La cosa che mi
fece davvero incazzare è che la mia squadra perse. Ai rigori".
"Invece non mi
ricordo più quella della canzone... Com'era?" incalza Giorgio.
Ennio sospira. Beve due
sorsi di grappa e poi inizia a raccontare.
"L'avevo
conosciuta sul lavoro. Era uno schianto. Forse non era un'intellettuale,
tuttavia era una brava ragazza e, soprattutto, aveva un corpo magnifico. Tra
noi era nata una simpatia, era evidente, ma nessuno dei due aveva il coraggio
di fare il primo passo. All'epoca io ero sposato, mentre lei era reduce da una
brutta storia con un fidanzato manesco. Un giorno mi disse che aveva comprato
un disco. Mi stupii. Lei non era una grande appassionata di musica. Aggiunse
che era un disco di un gruppo che le avevo detto di amare molto, gli U2. Mi
fece piacere e le dissi, mentendo, che quello era un bell'album, che era appena
uscito e che lo avrebbe di sicuro apprezzato. Appena uscito dall'ufficio andai
a comprarlo anch'io. Corsi a casa e lo ascoltai un paio di volte. Non mi
piacque molto, era di livello inferiore a molti altri dischi di quella band,
tuttavia una canzone, una soltanto, mi colpì. Sono passati tanti anni, non mi
ricordo più il titolo del disco, mentre mi ricordo molto bene il titolo di
quella canzone: Wild Honey. Quella
sera cenammo presto, perché mia moglie doveva uscire con un'amica, andavano a
teatro. Appena lei se ne fu andata rimisi il disco nel lettore, e cercai quell'unica
canzone che mi era piaciuta. La ascoltai un paio di volte, poi mi versai da
bere. Poi la rimisi, e inserii la funzione di ripetizione del brano. Ripresi a
bere. Ascoltavo la canzone e bevevo. Ogni tanto uscivo sul balcone, era estate,
faceva caldo, poi mi riempivo di nuovo il bicchiere. Wid Honey! Era lei, era lei Wild
Honey! La mia mente era sempre più ottenebrata dall'alcol. In uno scorcio
di lucidità afferrai il telefono e mandai un messaggio. A lei! A quella che, di
minuto in minuto, era sempre più la mia Wild
Honey! La canzone, nel frattempo, si ripeteva all'infinito. Ebbi un ultimo
barlume di coscienza. Guardai sul telefono se lei mi avesse risposto. Niente. Deluso,
con le lacrime agli occhi, approfittai per cancellare il mio messaggio. Mia
moglie aveva la tendenza a essere curiosa, e ciò che avevo scritto, sotto
dettatura dell'alcol, avrebbe potuto essere molto compromettente.
Poi crollai di botto, e
mi appisolai sul divano. Dopo un po' sentii qualcuno che mi scrollava con violenza.
Si trattava di mia moglie, che era tornata. Disse con tono concitato che aveva
trovato lo stereo acceso a tutto volume, mentre io ero addormentato sul sofà
con il telefono ancora in mano. Disse soprattutto, con voce sempre più esagitata,
che mi dava un'ora di tempo per fare i bagagli e sparire per sempre dalla sua
vista e dalla sua vita. Ero ancora un po' ubriaco, quindi credo fu per quella
ragione che mi misi a ridere, anche se c'era ben poco da ridere, la situazione
era tragica. Mi ero messo a ridere perché avevo pensato che se mia moglie si stava
comportando in quel modo era perché alla fine la mia adorata Wild Honey aveva finalmente risposto, e
il suo messaggio, che naturalmente mia moglie aveva letto, era stato di sicuro una vera bomba!
"Su, facciamoci
ancora un giro" propone Giorgio.
"Alla salute"
dice Ennio alzando il bicchiere. "E basta donne!"