A scuola disse alla
maestra che non doveva permettersi di dargli un brutto voto. I suoi genitori
gliela avrebbero fatta pagare. Suo padre era un conte e sua madre una contessa:
una famiglia potente, di quelle che avevano una grande influenza. Sua madre in
realtà era una donna che svolgeva dei lavori a ore nelle case dei ricchi, il
padre era scappato subito dopo che lei era rimasta incinta.
E bravo rodomonte!
Disse alla fidanzata
che lui era l'erede di una grande dinastia di imprenditori. I suoi genitori
erano miliardari, le fabbriche di cavatappi della sua famiglia erano sparse in
tutto il mondo. Così come le loro ville. Disse che un giorno quell'impero
sarebbe stato suo, aggiunse che l'avrebbe condiviso con lei, la sua regina. La
ragazza non si accertò neppure se tutte quelle millanterie fossero vere oppure
no. Scappò subito.
Davvero un bel rodomonte!
Raccontò agli amici che
era stato promosso direttore generale dell'azienda in cui lavorava. Finalmente
si erano accorti di lui e delle sue grandi capacità manageriali. Avrebbe
rivoluzionato tutta l'organizzazione del lavoro, gli utili sarebbero
decuplicati, così come il suo stipendio. Per non parlare dei premi!
In verità proprio il
giorno prima era stato licenziato per scarso rendimento. Era operaio.
Complimenti, rodomonte!
Ai tempi dell'epidemia
disse che lui del virus se ne strafotteva. Lo disse al bar, davanti a tutti.
Dopo due giorni disse che manifestava i sintomi del male. Nessuno gli credette,
anche se tutti per prudenza si scostarono da lui. Lo invitarono ad andare a
casa e a mettersi in quarantena. Quarantena? Mi bastano due giorni per
sconfiggere questo porco! Io lo ammazzo subito!
Per un mese nessuno lo
vide. Poi lo trovarono in casa, morto, sconfitto dal virus.
Povero rodomonte!
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