Al giovane Adamo
piaceva, più di ogni altra cosa al mondo, fare scherzi al telefono.
Si trattava quasi
sempre di innocue burle, a volte anche assai stupide.
Un esempio:
"Pronto, è il signor Cuzzo?"
L'interlocutore
"No, sono il signor Cozzo".
Adamo: "Oh cazzo!
Ho sbagliato numero!" La vittima chiude la telefonata.
Insomma, cose così, roba
da poco.
Ma Adamo amava
praticare anche un altro tipo di beffa: telefonare a un malcapitato a caso imitando
voci strane.
Ecco, tipo questa (fatta
con voce profonda e cavernosa): "Pronto, sono un bue!"
Un attimo di silenzio
dall'altra parte, poi: "Mi dispiace, ma non è possibile".
"Che cosa non è possibile?
Mi dica! Mi dica!" (con tonalità, se possibile, ancora più bassa e grave).
"Vede, non è proprio
possibile che lei sia un bue".
"Ma perché? Come
osa mettere in dubbio ciò che dico?" (lo scherzo sta diventando divertente).
"Perché lei non è
come Giorgio".
"Giorgio! E chi
sarebbe questo Giorgio?"
"Era il bue di mio
nonno, ed era mio amico".
"Eh?"
"È stato un mio
grande amico".
"E parlava?"
"Sì, proprio come
sta facendo lei, anche se lei non è un bue".
"Non ci
credo".
"Anche mio padre
non ci credeva. Quando glielo dissi - ero ancora un bambino - mi diede un
ceffone e mi ordinò di non dire mai più una cosa del genere. Mio nonno, invece,
sapeva che Giorgio parlava, ma non lo ammise mai apertamente. Tra l'altro lui era
un tipo di poche parole, a differenza del suo bue, che invece amava molto
ciarlare".
"Ma senti! E di che
cosa discorreva con il bue, quel tale Giorgio, di politica e di economia?"
"Ma no! Giorgio
era un tipo semplice, amava parlare soprattutto della sua attività, del lavoro
nei campi, delle semine, del ciclo delle stagioni, del tempo atmosferico"
"Lei mi sta
prendendo in giro"(la voce di Adamo è molto meno grave, ora).
"No, è lei che mi
sta prendendo in giro, dicendo di essere un bue mentre non lo è".
"E come fa a sapere
che io non sono un bue, dal momento che i buoi parlano? Vero che parlano?"
"Giorgio diceva
che tutti buoi possiedono il dono della parola, anche se soltanto pochi tra
loro amano farsi sentire. In ogni caso le confermo che lei non è un bue".
"Ma perché?"
"La voce. La voce
dei buoi, di tutti i buoi, è molto sottile e acuta. Lo so che può sembrare
strano, in esseri dai corpi così grandi, ma le assicuro che è così. Lei non è
un bue".
"Sottile? Molto
sottile dice?" Poi Adamo riattacca. É la prima volta che capita a lui di
farlo per primo, e non alla vittima dello scherzo telefonico.
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