È una guerra come
quelle di una volta. C'era chi decideva la strategia, e che non sempre
azzeccava quella giusta. C'erano le retrovie, chi si doveva occupare degli
approvvigionamenti e chi della logistica.
E c'erano le truppe di
riserva, che adesso invece non ci sono.
E c'era poi la prima
linea, quelli che davvero combattevano, quelli che affrontavano direttamente il
nemico, lanciandosi dalle trincee verso la terra incognita, la terra di
nessuno. Quelli che lottavano in furibondi corpo a corpo, quelli che alla fine si
sacrificavano per tutti gli altri. Quelli eroici.
E gli eroi di questi
nostri giorni tristi sono gli operatori sanitari. Tutti, dal primo all'ultimo,
dal più qualificato al più umile.
E quando sarà il
momento dovremo ricordarci di loro. In tutti i modi possibili.
Se non lo faremo, che la
vergogna, la riprovazione e l'ignominia ricadano su di noi per sempre.
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