Il grave episodio di
Crema, con il bus sequestrato e il serio pericolo corso dai ragazzini che lo
occupavano, ha dato immancabilmente il via alle speculazioni politiche di ogni
genere.
Isoliamone un paio,
quelle più di rilievo, poiché esposte nientemeno che dai due vice-premier. Di
conseguenza anche le più semplici, quelle più povere di contenuto.
Matteo Salvini:
togliamo la cittadinanza all'autore del folle gesto, l'autista
italo-senegalese.
Luigi Di Maio: diamo la
cittadinanza al coraggioso ragazzino egiziano che ha dato l'allarme avvisando le
forze dell'ordine di quanto stava accadendo.
Insomma: l'istituto
della cittadinanza utilizzato come punizione (o vendetta?) oppure come premio.
Considerazioni: la
cittadinanza è una condizione, uno status, non può essere assimilata a un bene
materiale che può essere sottratto o donato. Il cittadino italiano di origine
senegalese che ha commesso il grave crimine dovrà essere giudicato (e duramente
condannato) dalla legge del proprio paese di appartenenza (l'Italia). Al
ragazzino egiziano (nato in Italia, e che potrà comunque diventare cittadino italiano
tra pochissimi anni) dovrà invece essere espressa tutta la riconoscenza
attraverso un encomio solenne da parte delle più alte autorità dello Stato e in
più (ad esempio) gli si potrà assegnare una borsa di studio che gli permetta di
completare qualsiasi percorso di studio egli intenderà intraprendere in futuro.
Tutto il resto, come
detto, è vuota speculazione politica, solita noiosa propaganda.
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