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domenica 17 maggio 2015

LA STANZA


L’uomo e la donna si trovano in una stanza. Prima di qualche giorno fa non si erano mai visti, mai incontrati, neppure per caso. L’ambiente è piccolo, con pochi mobili: un letto, un comodino, un armadio. Oltre al bagno c’è anche uno stretto ripostiglio, ed è proprio in questo spazio minuscolo che i due preferiscono trascorre la maggior parte del loro tempo. Stanno seduti, uno di fronte all’altro, e non parlano quasi mai. Non c’è molto da fare in quella stanza spoglia. L’uomo e la donna, che sono giovani, sani e vigorosi, potrebbero trascorrere parte del loro tempo facendo l’amore, ma ciò non avviene mai. Non amano il contatto, preferiscono soddisfarsi da soli, mentre l’altro assiste. I due, in realtà, non sono prigionieri, perché la porta non è chiusa a chiave. Potrebbero uscire in qualsiasi momento, ma non lo fanno. Fuori è accaduto qualcosa di spaventoso, ed è preferibile rimanere dentro ad aspettare. Una volta al giorno la porta si socchiude. Loro intravedono un braccio bianco e glabro che butta qualcosa all’interno della stanza. Quasi sempre cibo, anche se oggi è stata la volta di una spessa coperta. Quando ciò accade l’uomo dice: “Sono i soccorsi”. La donna annuisce, poi torna a fissare il vuoto.

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