Il governo Draghi è
finalmente nato.
Si tratta di un governo
tecnico o politico? I governi tecnici, naturalmente, non esistono, poiché tutti
i governi che ottengono la fiducia da un Parlamento democraticamente eletto
sono politici. Al più, può esserci un governo con la presenza di tecnici al suo
interno.
È questo il caso del
governo Draghi. Anzi, dei tre governi Draghi.
Perché tre? Perché
questo nuovo esecutivo è strutturato su tre livelli.
Il primo livello,
quello posto più in basso, quello ludico e bizzarro, è composto da Nani e
Ballerine di craxiana memoria. Una sorta di Bad
Government, un gruppo di ministri e pseudo-ministri ai quali il Presidente
del Consiglio sembra dire: "Avete i Ministeri, siete stati accontentati, adesso
giocateci pure ma non disturbate troppo perché noi abbiamo da fare".
Esiste poi un secondo
livello, medio, composto da personaggi più capaci e, soprattutto, più
presentabili. A questi Mario Draghi si rivolge in questo modo: "Voi non
siete del tutto da buttare, avete delle piccole potenzialità, ma dovete
impegnarvi a fondo, dovete studiare. Osservate senza interferire troppo, e cercate
di imparare qualcosa. Ciò che apprenderete potrebbe essere utile, in futuro, a
voi, ai vostri miserabili partiti, al Paese".
Infine c'è l'ultimo
livello, quello posto più in alto, lo strato più elevato, formato dai più
bravi, forse dai migliori, da chi dovrà davvero lavorare, scegliere, decidere.
Da chi dovrà governare, salvare il Paese per l'ennesima volta. Riusciranno
questi sapienti a portare a compimento l'ardua impresa? Non lo sappiamo, mentre
invece ben sappiamo che la politica degli attuali partiti ha subito una
bruciante sconfitta. I partiti stanno male, e di conseguenza anche la nostra
democrazia non se la passa troppo bene.
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