Non era bella. No, non
era per niente bella. Sarà stato per via del naso che spiccava troppo in quel
piccolo ovale, come un timone che sporge dalla poppa di una barchetta. Oppure
quei capelli castano chiaro - nulla a che vedere con una pur vaga
rassomiglianza al biondo - e così sottili, sottili come le labbra esangui. Gli
occhi, al contrario, erano molto belli. Grandi, blu, e contornati da ciglia di
lunghezza smisurata.
Lei non si vestiva, si
infagottava. Non tanto alta di statura, sarebbe stato più appropriato indossare
abiti corti, invece si imbacuccava dentro a vestiti senza forma che celavano le curve del suo corpo, vestiti dalle tonalità scure, lunghi fin sotto le ginocchia, stampati con fiorellini dal sapore triste e autunnale. E poi ai piedi portava sempre gli
stessi scarponcini, e quelle calze spesse di colore nero oppure grigio o ancora
rosso scuro.
Eppure non fu per quel
suo aspetto dimesso e tutt'altro che attraente (l'ho detto che non usava
trucco?). E neanche perché non aveva gusto e si vestiva da schifo.
Fu per quel che le
chiesi e per quello che mi rispose. E fu perché la mia fidanzata mi aveva
appena mollato. Lei sì che era davvero bella, alta e bionda. E sempre perfetta
ed elegante.
Fu soprattutto perché
mi sentivo solo.
E allora mi feci
coraggio e glielo chiesi. Le domandai di salire da me.
Per fare che cosa,
disse lei, imbarazzata.
Non lo so, sali e poi,
se vuoi, puoi rimanere.
Sempre? disse lei.
Per adesso sì, poi si
vedrà, dissi.
Subito non posso, ma
più tardi verrò.
Sul serio?
Sì.
E poi se ne andò a fare
delle commissioni. Almeno, fu ciò che disse.
E da allora non l'ho
più rivista. Anche se era brutta, non è più tornata e non l'ho più incontrata.
Come sono strane le
donne.