La prima settimana di
Matteo Salvini, nel ruolo di Ministro dell'Interno, si è svolta nel segno della
frustrazione. Chiamatela come volete: sfortuna, malasorte, iattura o
semplicemente sfiga nera, in ogni caso i migranti/persone/clandestini/profughi
invece di diminuire continuano ad aumentare. E, nonostante la presenza di
Salvini, continuano a sbarcare sulle coste italiane, desiderosi di dare inizio
alla loro pacchia.
E poi ci si mette anche
Malta. Ed è proprio Salvini a scoprire che Malta, se può, evita di soccorrere gli
immigrati (ma guarda!) e preferisce dirottarli sui porti italiani. Salvini ha
ragione, l'atteggiamento di Malta (quattrocentomila abitanti contro i sessanta
milioni dell'Italia) è proprio questo, e lo è da tanti anni ormai. Dov'è stato
in tutto questo tempo l'ineffabile neo ministro? In televisione? Ai comizi? I
giornali non li ha mai letti?
A tutto, però, c'è
rimedio. E infatti Salvini, per superare il problema, si rivolge direttamente
alla Nato. Sì, pensa, finché paghiamo per rimanere nel blocco atlantico (prima
di passare dalla parte della Russia) tanto vale utilizzarne i servizi. E la
Nato deve intervenire, perché quella dei migranti/persone/clandestini/profughi è
una vera e propria invasione. Il fatto è che quei disgraziati non indossano
alcuna divisa, indossano spesso vestiti stracciati e sono disarmati e stremati,
il loro è un esercito arcobaleno.
In questa settimana, in
ogni caso, una cosa l'abbiamo imparata. Matteo Salvini non è il macho che credevamo (e che lui stesso
pensa di essere), non è l'erede post-ideologico populista e sovranista della
tradizione politica italiana, ma un bambinone ingenuo che, come tutti i
pargoli, e soltanto loro, non ha ancora perso la capacità si meravigliarsi.