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domenica 29 gennaio 2017

INCUBUS



Sogno o son desto? Sto sognando. Percorro in bicicletta un sentiero di montagna. La traccia è larga non più di venti centimetri. Sono in equilibrio precario sulle due ruote; la minima esitazione o il più piccolo sbandamento mi farebbero precipitare nell'abisso sottostante. Decido di intervenire con la mia parte cosciente, quel minimo residuo di consapevolezza che non mi abbandona neanche durante i sogni. Smetto di pedalare, metto un piede a terra e mi aggrappo alla roccia. Tutto svanisce.
Sono alla guida di un autobus, un vecchio torpedone senza passeggeri. La strada è ampia e diritta. Non c'è il parabrezza e l'aria mi colpisce gli occhi, mi scompiglia i capelli. La velocità del mezzo aumenta sempre di più, senza che io acceleri, senza che io faccia nulla. D'altra parte, non potrei. Quando cerco il pedale del freno, non lo trovo. Provo un senso di vuoto allo stomaco, la paura mi assale. So che in fondo al rettilineo ci sarà una curva a gomito. So che mi schianterò. Basta così, meglio interrompere.
La casa in cui mi trovo ha un aspetto antico. Il pavimento di legno sembra il ponte di un vascello. Il soffitto è basso, i muri sono sporchi di caligine. In un angolo della stanza c'è una piccola stufa di ghisa, accesa e arroventata. In mezzo c'è un misero tavolo, ci sono alcune seggiole scompagnate. Tutto è misero, tutto è povero. All'improvviso nell'ambiente fa irruzione una donna. Non la riconosco ma so che è mia madre. È vestita di nero, i capelli grigi sono raccolti in una crocchia.
"Scappiamo! Scappiamo!" urla terrorizzata. Nello stesso istante sento il rumore delle bombe. Sento le grida. Spaventato mi dirigo alla finestra. Scosto la tendina e guardo in strada. Interi battaglioni di soldati sfilano battendo i tacchi. Dietro di loro, enormi carri armati. Il cielo di colpo diventa grigio, poi nero pece. Una angoscia totale mi assale, mi stringe il petto.
"È la guerra! È la guerra!" strepita la donna. "Scappiamo in cantina!"
Con le mani tremanti sollevo la botola sul pavimento, una botola che prima non c'era. Mi insinuo in uno stretto pertugio. Mi rendo conto che non si tratta di una cantina, ma di una angusta intercapedine. Avanzo a fatica strisciando sulla pancia, inalando polvere. Non riesco quasi a sollevare la testa, tanto è basso il cunicolo. La larghezza del budello di terra si riduce sempre più, vi rimango incastrato con le spalle. Non riesco più ad avanzare e neppure a retrocedere. Sono bloccato, e sento che manca l'aria. Questo è troppo. Decido di staccare.
Mi sveglio di soprassalto in piena notte. Ho sentito dei rumori. Non ho il coraggio di aprire gli occhi. Spero di riuscire a riaddormentarmi, ma ciò non avviene. Ancora quei rumori, qualcuno, o qualcosa, che gratta sulla porta della stanza. Mi faccio coraggio e mi alzo. Mi avvicino alla porta e la spalanco di colpo. L'uomo è alto quasi due metri. Indossa un lungo impermeabile nero, un cappello che gli nasconde il viso. Impugna una pistola luccicante. È inutile, so già come andrà a finire. Decido di darci un taglio ma esito troppo. L'uomo spara. Il proiettile incandescente penetra nel mio addome. Lo percepisco farsi strada tra le mie viscere, sento prima una stilettata fredda seguita da un gran bruciore.
Annaspo, mi lamento, mi agito. Scalcio le lenzuola.
Una mano mi tocca la spalla.
"Ehi! Svegliati! Stai soltanto sognando. Hai avuto un incubo?"
Una voce strana, che non riconosco, ma alla quale sono grato.
Spalanco gli occhi. L'essere è nudo e completamente ricoperto di lunghi peli scuri. Il suo muso è simile a quello di un cinghiale, le sue grosse dita sono provviste di lunghi e acuminati artigli.
"Sto ancora sognando?" La mia voce è un sussurro disperato, poco più di un gemito.
"No" risponde, quasi sorpresa, quella voce cavernosa.


domenica 15 gennaio 2017

LEGGE ELETTORALE


Entro fine mese la Corte Costituzionale si pronuncerà sull'eccezione sollevata riguardo la nuova legge elettorale. L'Italicum rischia di diventare la prima legge elettorale a morire prima ancora di essere stata utilizzata. In tale eventualità, e nel caso in cui i rilievi della Consulta determinassero una non immediata applicabilità della sentenza, il Parlamento dovrà intervenire, se non altro per rendere omogenea la legge elettorale tra Camera e Senato, così come desiderato con forza dal Presidente della Repubblica.
É auspicabile che tale intervento legislativo sia fatto con celerità, in modo da rendere possibile il voto nel momento che sarà ritenuto opportuno dal Capo dello Stato, sia esso subito oppure a normale scadenza di legislatura.
Occorre, a questo punto, procedere ad alcune considerazioni sul tema.
In primo luogo è necessario sottolineare che, in linea di massima, non è mai opportuno che una nuova legge elettorale (o modifiche di rilievo alla stessa) siano fatte a fine legislatura, nell'imminenza del voto, bensì all'inizio. In ogni caso , ormai, non è più possibile sfuggire a tale situazione.
In secondo luogo è giusto ricordare che una legge elettorale perfetta non esiste.
Nel formulare una legge elettorale occorre scegliere se debba prevalere l'aspetto della governabilità oppure quello della rappresentatività. Nel primo caso il sistema più efficace è quello maggioritario, nel secondo quello che meglio risponde allo scopo è quello proporzionale.
Nei sistemi maggioritari (a turno unico o a doppio turno con ballottaggio) la lista che vince "prende tutto" e si assicura la maggioranza. In quelli proporzionali ogni lista ottiene un numero di seggi corrispondenti ai voti avuti. Esistono poi i sistemi elettorali chiamati "misti", come può esserlo per esempio un sistema proporzionale corretto in senso maggioritario con soglie di sbarramento, dove occorre  ottenere una percentuale minima di voti per partecipare alla distribuzione dei seggi. I sistemi misti non sempre si rivelano felici, spesso si scoprono un po' pasticciati.
Tentiamo adesso di applicare questi semplificati ragionamenti all'attuale sistema dei partiti italiani, che è a grandi linee essenzialmente tripolare (centro-destra, centro-sinistra e anomalia Movimento 5S).
Nel caso dell'adozione di una legge elettorale proporzionale (seppure corretta con sbarramento) la governabilità potrebbe essere assicurata soltanto nel caso in cui due dei blocchi siano alleati. Tale accordo, naturalmente, può essere fatto anche dopo il voto. Il movimento 5S ha da sempre affermato che non farà alleanze, quindi i suoi elettori devono essere consapevoli del fatto che il loro voto non sarà mai per il governo, ma solo per l'opposizione. Gli elettori del centro-sinistra, invece, devono essere coscienti del fatto che il loro voto porterà al governo in automatico anche il centro-destra. La stessa cosa, di conseguenza, per questi ultimi. L'eventuale governo sarebbe così sostenuto da una coalizione spuria, con tutte le conseguenze del caso.
Se invece si sceglie una legge elettorale maggioritaria (pura come lo è l'Italicum ovvero corretta con una parte proporzionale come il Mattarellum) la governabilità sarebbe assicurata. Vincerebbe e governerebbe una sola lista, e in questo caso centro-destra (unito), centro- sinistra e Movimento 5S avrebbero quasi le stesse possibilità di affermazione. In tale eventualità, tuttavia, i due terzi del corpo elettorale si troverebbe a non essere rappresentato.
Occorre scegliere, dunque, nella piena consapevolezza degli effetti dell'opzione. E della sua gravità.