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sabato 8 novembre 2014

DIFFERENZI


Lo dicono autorevoli analisti politici, lo ripetono alla nausea anche i comici, lo ribadisce la gente al bar. Nessuno pare nutrire il minimo dubbio: Renzi è uguale a Berlusconi, Renzi è l’erede di Berlusconi, Renzi è il figlio illegittimo di Berlusconi (quest’ultima dovrebbe essere una battuta).
Invece non è proprio così. Occorre fare un minimo di chiarezza. Allo scopo ci limitiamo a fare il gioco delle differenze.
Innanzitutto Renzi è giovane, mentre Berlusconi è un anziano che cerca, con pessimi risultati, di fare il giovane. Il primo è se stesso, l’altro risulta soltanto patetico.
Renzi è un politico di professione. La politica è stata la sua attività fin da quando portava i calzoni corti. Ciò può rappresentare un bene o un male, secondo i punti di vista, ma è un fatto. Berlusconi, come ama dire lui, è un imprenditore prestato alla politica. Tradotto significa un imprenditore in difficoltà che ha usato la politica per scopi personali. In ogni caso si tratta di un prestito che purtroppo non è mai stato restituito. Inoltre del Berlusconi imprenditore ci sarebbe molto da dire, e ben poco sarebbe positivo.
Berlusconi è ricco, molto ricco, e non ha mai esitato a usare il suo denaro, e il suo potere economico, per comprare cose e persone. Renzi non possiede tale forza, dunque sarà sempre costretto ad adulare i poteri forti, a ricercare e invocare il loro sostegno.
Renzi, in maniera discutibile ma comunque legittima, si è impossessato di un partito e adesso lo guida. Un partito che è stato il suo trampolino per la scalata al potere ma all’interno del quale la leadership è contendibile poiché esistono delle regole di democrazia interna. Berlusconi, al contrario, è l'indiscusso proprietario del suo partito. Lui solo ne può essere il leader, e quel partito composto di soli servitori e servi sparirà con lui.
Renzi è un abile comunicatore, una sua dote naturale, al pari di quella di Berlusconi nello stesso campo. Quest’ultimo, tuttavia, al confronto appare superato in quanto troppo artificiale e teatrale. Più forzato, insomma.
Tutte le differenze evidenziate (ma se ne possono trovare altre) rappresentano un insieme che sottolinea la diversità tra questi due soggetti che spesso vengono a sproposito accomunati. Tutto ciò al di là di un giudizio politico sulle loro idee e sul loro operato.
Se poi qualche analista più sopraffino intendesse spingersi oltre e mettere a confronto Matteo Renzi non con Berlusconi ma con un altro politico che, nel bene e nel male (tanto male) ha caratterizzato la storia politica del nostro paese, vale a dire Bettino Craxi, allora se ne potrebbe parlare…


DISTORSIONE

 

Accade quando l’insieme infila una direzione inaspettata. Così, da un momento all’altro, senza alcun preavviso. Ci si trova a percorrere una determinata rotta quando, di punto in bianco, ci si ritrova scaraventati su un altro percorso. Una strada sconosciuta e, in quanto tale, insidiosa perché piena di svolte e di ostacoli  di ogni genere. Un cammino ignoto che rende difficile, quasi impossibile, il nostro orientamento. Un viaggio oscuro, attraverso le tenebre, che può assumere contorni indefiniti e talvolta spaventosi. Che genera sofferenza e angoscia. Nel migliore dei casi pena e afflizione.
Distorsione: alterazione, deformazione, stravolgimento e stortura.
Un baratro si spalanca all’improvviso di fronte ai nostri piedi. Il peggiore degli incubi si materializza e diventa realtà. Una realtà dalla quale non è possibile risvegliarsi.
Un barlume di lucidità ci induce a ricercare l’elemento che ha provocato tale disastroso dissesto. Un’indagine dolorosa, tanto più patetica quando ci si avvicina alla presunta verità. Quando infine si ritiene di avere individuato l’oggetto increscioso ragione della deriva. E poi si sorride con rassegnata amarezza, con triste accettazione, quando si è ormai sicuri di quale sia stato quel piccolo insignificante gesto, oppure quella banale parola, che per sempre ha deviato il corso della nostra esistenza.